Questi i presupposti dell’indagine di Legambiente Tutti in classe A, sulla qualità del patrimonio edilizio italiano, presentata dal vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini in una conferenza stampa che ha visto anche la partecipazione di Leopoldo Freyrie (CNAPPC) e Antonio Scala (Enel Energia).
L’indagine ha preso in considerazione oltre 500 edifici in 47 città italiane, grazie a un team di esperti che viaggiando da nord a sud del Paese, ha fotografato con un’apparecchiatura termografica la situazione termica degli edifici confrontando le rese di costruzioni recenti, firmate anche da note archistar con palazzi costruiti nel dopoguerra e edifici dove sono stati realizzati interventi di retrofit,
evidenziando come una riqualificazione energetica ben fatta possa
permettere di realizzare risultati significativi di riduzione dei
consumi energetici. Sono state verificate anche le prestazioni
di quelli già certificati di Classe A e di quelli ristrutturati, e di
alcuni edifici costruiti dopo il 2000, ossia dopo l’adozione delle
direttive europee in materia di risparmio energetico e isolamento. Su gran parte di questi immobili, nuovi e già vecchi, i problemi sono evidenti.
Da Milano a Torino, fino alla periferia di Bari, dal progetto C.A.S.E. a
L’Aquila, al quartiere Parco Leonardo a Roma, si ravvisano problemi di
elementi disperdenti, con distribuzione delle temperature superficiali
estremamente eterogenee. Spesso anche per edifici che si promuovono come
“biocase” o a basso consumo energetico.
Che in “Classe A” si viva meglio lo dimostrano invece le termografie
di edifici ben progettati, costruiti e certificati, come il quartiere
Casanova a Bolzano o alcuni immobili nuovi o ristrutturati a Firenze,
Udine o Perugia, che mostrano un comportamento omogeneo delle facciate e
l’assenza di ponti termici significativi, la precisa scelta di
sfruttare al meglio l’esposizione dell’edificio e l’uso di specifici
materiali per le diverse facciate al fine di sfruttare al meglio la
radiazione solare, minimizzando i consumi energetici per il
condizionamento invernale con un risparmio, per i fortunati abitanti di
questi edifici, fino a 2mila euro ogni anno.
In questo rapporto si segnalano, inoltre, la situazione e i problemi della normativa nazionale,
l’articolato e inadeguato quadro di regole nelle diverse regioni in
particolare per quanto riguarda controlli e sanzioni, ma anche le buone
pratiche attuate da alcuni Comuni, con particolare attenzione sulla
Direttica UE 31/2010, che prevede date precise per una transizione
radicale: dal 1 gennaio 2021 tutti i nuovi edifici, sia pubblici che privati, dovranno essere neutrali da un punto di vista energetico,
ossia dovranno garantire prestazioni di rendimento dell’involucro tali
da non aver bisogno di apporti per il riscaldamento e il raffrescamento
oppure di soddisfarli attraverso le fonti rinnovabili. Entro il
30 Aprile 2014, inoltre, il Governo italiano dovrà inviare a Bruxelles
una ‘strategia a lungo termine per mobilitare investimenti nella
ristrutturazione del parco nazionale di edifici residenziali e
commerciali, sia pubblici che privati’.
(Fonti: NewsPages.it e LegAmbiente.it)