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mercoledì 24 dicembre 2014

CERTIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI, IL PUNTO SULL'EVOLUZIONE DEL QUADRO LEGISLATIVO

Le prime disposizioni nazionali in materia di certificazione energetica degli edifici risalgono alla L. 9/01/91, n.10, volta a favorire e ad incentivare, tra l’altro, l'uso razionale dell'energia, lo sviluppo delle fonti rinnovabili e la riduzione dei consumi specifici di energia nei processi produttivi.
In seguito, le disposizioni in materia sono state riviste ed integrate dai D.Lgs. n. 192/05 e n. 311/06 con i quali si è provveduto a recepire nel nostro ordinamento la direttiva 91/02 (EPBD, prima versione) relativa alle prestazioni energetiche degli edifici e che ha introdotto la certificazione degli edifici, intesa soprattutto come strumento di trasformazione del mercato immobiliare, allo scopo di sensibilizzare gli utenti sugli aspetti energetici all'atto della scelta dell'immobile e di ridurre le emissioni di CO2 della UE. 
D.LGS. 192/05 E D.LGS. 311/06. Il D.Lgs. 192/05 entra ufficialmente in vigore l’8/10/05. Definisce, sin dalla sua prima versione, parecchi elementi tra cui, ad esempio, i requisiti minimi prestazionali degli edifici e l’obbligatorietà della certificazione. Il D.Lgs. 192/05 non può essere ancora considerato uno strumento legislativo completo, poiché rimanda a decreti successivi. Il D.Lgs. 311/06, pubblicato nell’anno seguente, avrebbe dovuto quindi integrarlo e completarlo: mancano, tuttavia, la modalità con cui la certificazione debba essere applicata e introduce in via transitoria, e sino alla data di entrata in vigore delle Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici, la “qualificazione energetica”.
Con il D.Lgs. 311/06, l’obbligo della certificazione viene esteso gradualmente a tutti gli edifici preesistenti all’entrata in vigore del D.Lgs. 192/05 (8/10/05), purché oggetto di compravendita o locazione: questo al fine di rendere il provvedimento maggiormente aderente alle disposizioni della direttiva EPBD. Con lo stesso Decreto, vengono inoltre modificate le norme concernenti le funzioni delle Regioni e degli enti locali che erano contenute nel D.Lgs. 192/05, confermando le competenze in materia già attribuite in sede di decentramento amministrativo dall’art. 30 del D.Lgs. 112/98.
LEGGE FINANZIARIA 2008. La L. 244/07 “legge finanziaria 2008” all’art. 1, comma 288, dispone che, a decorrere dall’anno 2009 e in attesa dell’emanazione dei provvedimenti attuativi di cui all’art. 4, comma 1, del D.Lgs. 192/05, il rilascio del permesso di costruire sia subordinato alla certificazione energetica dell’edificio, così come previsto dall’art. 6. Il comma 289 della L. 244/07 impone, inoltre, con la sostituzione del comma 1?bis dell'art. 4 del D.P.R. 380/01, che, a decorrere dal 1° gennaio 2009, i regolamenti edilizi comunali prevedano, ai fini del rilascio del permesso di costruire, l'installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili per gli edifici di nuova costruzione. Il termine indicato è stato rinviato al 1° gennaio 2010 dal D.L. 207/08 (art. 29, comma 1?octies) e poi al 1° gennaio 2011 dal D.L. 194/09 (art. 8, comma 4?bis; A.C. 3210).
D.LGS. n.115/08. Successivamente, il D.Lgs. 30/05/08, n.115 recepisce la direttiva 32/06 (EED) concernente l'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici ed abroga la direttiva 76/93; integra inoltre le disposizioni del D.Lgs. 192/05 prevedendo, nelle more dell'emanazione dei decreti attuativi di cui all’art. 4, comma 1, del D.Lgs. 192 e fino alla data di entrata in vigore degli stessi, l’applicazione delle disposizioni contenute nell'allegato III dello stesso D.Lgs., relative alle “Metodologie di calcolo della prestazione energetica degli edifici e degli impianti” e al riconoscimento dei “Soggetti abilitati alla certificazione energetica degli edifici”.
LEGGE N. 133/2008. Con la L. 6/08/08 n.133 “Conversione in legge, con modificazioni, del Decreto?Legge 25/06/08 n.112 recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria”, si fa un passo indietro nel percorso dell’attuazione della certificazione: vengono infatti abrogati, con il comma 2?bis, a partire dal 22/08/08, i commi 3 e 4 dell’art.6 del D.Lgs. 192/05. Questi stabilivano, in particolare, che, nel caso di trasferimento a titolo oneroso di interi immobili o di singole unità immobiliari, l’APE (attestato di prestazione energetica) dovesse essere allegato all'atto di trasferimento (art. 6, comma 3) e che in caso di locazione lo stesso attestato dovesse essere messo a disposizione del conduttore o ad esso consegnato in copia conforme all'originale (art. 6, comma 4). Conseguentemente, sono stati abrogati anche i commi 8 e 9 dell’art. 15, che prevedevano la nullità del contratto che poteva essere fatta valere solo dall'acquirente in caso di violazione dell'obbligo di cui all'art. 6, comma 8, o solo dal conduttore in caso di violazione dell'obbligo previsto dall'art. 6, comma 9. Con il D.L. 112/08 viene quindi meno l’obbligo di allegare l’APE agli atti di compravendita, ma non l’obbligo di redigerlo.
D.P.R. N. 59/2009. Nel 2009 viene pubblicato il D.P.R. n.59, che definisce i criteri generali, le metodologie di calcolo e i requisiti minimi per la prestazione energetica degli edifici e degli impianti termici per la climatizzazione invernale e per la preparazione dell'acqua calda per usi igienici sanitari, le metodologie di calcolo e i requisiti minimi per la prestazione energetica degli impianti termici per la climatizzazione estiva e, limitatamente al terziario, per l'illuminazione artificiale degli edifici. Esso attua in parte le lettere a) e b) dell’art. 4, comma 1, del D.Lgs. 192/05, poiché all’art. 1, comma 2 rinvia a successivi provvedimenti la definizione dei criteri generali, metodologie di calcolo e requisiti minimi per la prestazione energetica degli impianti termici per la climatizzazione estiva e per l’illuminazione artificiale degli edifici del settore terziario.
D.M. 26/06/09. Nello stesso anno viene anche pubblicato sulla G.U. del 10/07/09 l’atteso D.M. 26/06/09 “Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici” (entrato in vigore il 25/07/09).
D.LGS. 28/11. Il D.Lgs. 28/11, volto a recepire la direttiva 28/09 (RED) sulla promozione delle energie rinnovabili, interviene anche sui sistemi di incentivazione dell'efficienza energetica. L'art. 13 modifica il D.Lgs. 192/05 per prevedere una maggiore trasparenza delle informazioni commerciali e contrattuali relative alla certificazione. Con il discusso Allegato 3 introduce poi le prescrizioni relative alla quota di energie rinnovabili nelle nuove costruzioni.
D.M. 22/11/12. Il 13/12/12 viene pubblicato il D.M. 22/11/12 che modifica le Linee Guida nazionali. In particolare, il D.M. elimina la possibilità per i proprietari di alcune tipologie di immobili di optare per l’autocertificazione della classe energetica più bassa (G), come richiesto dalla CE; viene inoltre data attuazione all’art. 9 della Direttiva EPBD del 2002 che impone agli stati membri di adottare un sistema di ispezioni periodiche degli impianti di condizionamento d’aria di potenza superiore ai 12 kW.
D.L. 63/13. Il D.L. 63/13, oltre a recepire formalmente la direttiva 31/10 (aggiornamento o “rifusione” della EPBD del 2002, di seguito indicata come EPBD o “direttiva”), interviene sul D.Lgs. 192/05: indica nuove regole per l'efficienza del patrimonio edilizio e rende obbligatorio l'APE. La nuova metodologia di calcolo delle prestazioni, prevista dal D.L. 63/13, entrerà in vigore con l'emanazione dei relativi provvedimenti attuativi (attualmente in fase di pubblicazione). Tale disposto permette di porre fine alle procedure di infrazione avviate dalla CE nei confronti dell’Italia. Il D.L. 63/2013 è convertito in legge con modificazioni dalla L. 03/08/13 n. 90.
D.P.R. 16/04/13, N.75 E D.P.R. 16/04/13, N. 74. Inoltre, il 27 giugno 2013 vengono pubblicati sulla G.U. n. 149 il D.P.R. 16/04/13, n.75 – regolamento recante disciplina dei criteri di accreditamento per assicurare la qualificazione e l'indipendenza degli esperti e degli organismi a cui affidare la certificazione energetica degli edifici, a norma dell'articolo 4, comma 1, lettera c) del D.Lgs. 19/08/05, n. 192 ? e il D.P.R. 16/04/13, n. 74 ? regolamento recante disciplina dei criteri di accreditamento per assicurare la qualificazione e l'indipendenza degli esperti e degli organismi a cui affidare la certificazione energetica degli edifici, a norma dell'articolo 4, comma 1, lettera c), del D.Lgs. 19 agosto 2005, n. 192 e regolamento recante definizione dei criteri generali in materia di esercizio, conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici e per la preparazione dell'acqua calda per usi igienici sanitari, a norma dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e c), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192.
D.L. N. 145/13 "DESTINAZIONE ITALIA" E D.L. N. 151/13. Alla fine del 2013 vengono pubblicati i D.L. 23/12/13, n. 145 "Destinazione Italia" e D.L. 30/12/13, n. 151, tali disposti aggiornano ulteriormente il D.Lgs. 192/05 modificando le regole sull’obbligo di dotazione e di allegazione dell’APE. La L. 21/02/14, n.9, conversione in legge, con modificazioni, del D.L. 23/12/13, n. 145 aggiorna tra l'altro il D.P.R. 16/4/13 n. 75, a cui sono apportati aggiornamenti in merito alle classi di laurea per svolgere l'attività di certificatore energetico e alla durata del corso da certificatore.
ATTESO L'AGGIORNAMENTO DELLE LINEE GUIDA NAZIONALI. Per chiudere il quadro, è infine attesa la pubblicazione dell'aggiornamento delle Linee guida nazionali per l’attestazione della prestazione energetica degli edifici. Tali linee guida definiranno, nel nuovo ambito legislativo tracciato dalla L. 90/13: criteri generali, metodologie per il calcolo, classificazione degli edifici, procedure amministrative, format e norme per il monitoraggio e controlli della regolarità tecnica e amministrativa.
Si sottolinea, a questo proposito, che la L. 90/13 introduce, e i citati attesi decreti definiranno nel dettaglio, delle significative innovazioni. In particolare:
- classificazione delle prestazioni energetiche basata su un criterio relativo e non assoluto, come fatto sino ad oggi (l’edificio reale viene confrontato con “se stesso” dotato di involucro e impianti di prestazioni “minime”, definite dalla legge);
- definizione più chiara dei consumi energetici, che consentirà all’utente di meglio distinguere la qualità dell’involucro, degli impianti, il consumo totale di energia e la quota di energia rinnovabile utilizzata.
(fonte:casaclima.com) 


giovedì 4 dicembre 2014

SANZIONI PER MANCANZA DI A.P.E. O DICHIARAZIONI MENDACI

Senza L’Attestato di Prestazione Energetica (APE) è un documento che indica i consumi energetici di un edificio, da allegare obbligatoriamente in caso di nuova costruzione o di trasferimento di un immobile a qualunque titolo, quindi sia in caso di compravendita, donazione, successione, che in caso di locazione. La sua assenza comporta pesanti sanzioni non solo per i committenti ma anche per i professionisti in qualche modo coinvolti nella progettazione o nell’esecuzione dell’opera.
Vediamo più nel dettaglio a quanto ammontano queste sanzioni.
Il professionista che redige un Attestato di Prestazione Energetica senza rispettare i requisiti e i criteri metodologici dettati dalla normativa vigente o inserendo dati falsi, rischia di incorrere in una sanzione amministrativa, il cui importo è compreso tra 700 e 4.200 euro.
Invece il direttore dei lavori può incappare in una sanzione amministrativa compresa tra 1.000 e 6.000 euro nel caso in cui ometta di produrre l’APE o di allegarlo alla richiesta del certificato di agibilità.
L’Attestato di Prestazione Energetica è obbligatorio per tutti gli edifici di nuova costruzione o per quelli oggetto di ristrutturazione complessiva di una certa consistenza. Sono il costruttore o il proprietario i soggetti a cui spetta il compito di far redigere l’APE, in mancanza del quale rischiano una sanzione compresa tra 3.000 e 18.000 euro.
Gli stessi importi delle sanzioni (minimo 3.000, massimo 18.000 euro) sono previsti nel caso in cui l’APE non venga allegato in un atto di compravendita.
Nel caso, invece, di mancata allegazione in un contratto di locazione, le sanzioni sono più lievi e vanno da un minimo di 300 euro ad un massimo di 1.800 euro.
Negli annunci immobiliari, infine, sia di compravendita che di locazione, devono essere riportati i parametri energetici dell’edificio (indice di prestazione energetica e classe di efficienza energetica).
In mancanza di tali dati, il responsabile dell’annuncio, può essere punito con una sanzione amministrativa compresa tra 500 e 3.000 euro.
Il pagamento delle sanzioni non esenta, però, dall’obbligo di presentare l’Attestato di prestazione Energetica, entro 45 giorni dalla contestazione.
Tale presentazione in ritardo, secondo quando scaturisce dalla recente pubblicazione del decreto sulla Semplificazione fiscale e dichiarazione dei redditi precompilata, va effettuata al Ministero dello Sviluppo Economico.

Chi eroga le sanzioni per mancanza di APE o per dichiarazioni mendaci?
Tuttavia, la legge non è mai stata troppo chiara sulle figure a cui spetta il compito di vigilare affinchè gli attestati siano redatti in maniera conforme ed allegati ai contratti di trasferimento, oltre che di erogare le sanzioni sopra elencate.
Probabilmente è stato a causa di questo poco chiaro quadro normativo, che in Italia è proliferato un mercato al ribasso, con la produzione di APE a prezzi irrisori e, di conseguenza, elaborati con scarsa professionalità e senza il rispetto dei requisiti richiesti.
Pertanto può essere utile riepilogare a chi spetta il compito di vigilare sull’operato dei professionisti e sul comportamento di chi vende o affitta casa.
Il compito di sanzionare i professionisti che redigono APE con dati falsi o senza rispettare i metodi indicati dalle norme, spetta alla Regione o alla Provincia autonoma di appartenenza, a cui tra l’altro va inviata copia del documento entro 15 giorni dalla redazione.
Tali enti ne fanno anche segnalazione all’ordine o collegio a cui è iscritto il professionista, per i conseguenti provvedimenti disciplinari.
Nel caso, in cui, invece, l’illecito sia stato commesso dal direttore dei lavori per omessa presentazione in caso di richiesta di agibilità è al Comune che spetta l’erogazione della sanzione nonché la comunicazione al collegio o all’ordine di appartenenza.
Per quanto riguarda l’omessa allegazione dell’attestato ai contratti di trasferimento degli immobili, il compito di vigilare e di erogare le eventuali sanzioni spetta alla Guardia di Finanza o all’Agenzia delle Entrate, che può effettuare il controllo all’atto della registrazione del contratto.
Nel caso in cui, infine, manchi l’ indicazione dei dati energetici negli annunci vendesi o affittasi, in qualunque modo diffusi (stampa, agenzia immobiliare, cartelli, ecc.), è sempre compito del Comune in cui è ubicato l’immobile, vigilare sul rispetto della norma, contestare l’eventuale assenza del dato, irrogare la sanzione ed incassarne l’introito.
Appare quindi evidente quanto possa risultare complessa l’attività di vigilanza da parte degli organi e degli enti preposti, vista anche l’ingente mole di lavoro da espletare in altri campi (ad esempio la vigilanza contro l’abusivismo edilizio, da parte dei comuni, spesso insufficiente), e di conseguenza continui a persistere il mancato rispetto delle regole.
(fonte: lavoricasa.it)