OFFERTA CERTIFICAZIONE ENERGETICA

lunedì 25 gennaio 2016

LOMBARDIA, AGGIORNATO IL TESTO UNICO SULL'EFFICIENZA ENERGETICA DEGLI EDIFICI

Sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia Serie Ordinaria n. 3 di oggi venerdì 22 gennaio 2016, è stato pubblicato il decreto dirigenziale n. 224 del 18 gennaio 2016, recante “Integrazione delle disposizioni in merito alla disciplina per l’efficienza energetica degli edifici approvate con decreto 6480 del 30 luglio 2015”.


 Di seguito riportiamo l'integrazione contenuta nell'allegato al decreto.

OBBLIGO DI DOTAZIONE E ALLEGAZIONE DELL’ATTESTATO DI PRESTAZIONE ENERGETICA. E’ confermata l’esclusione dall’obbligo di allegazione dell’APE per i provvedimenti giudiziali portanti trasferimenti immobiliari conseguenti a procedure esecutive individuali o concorsuali. E’ abrogato quanto previsto al punto 10.4 del decreto regionale n. 6480 del 30.7.2015.
L’obbligo di dotazione e di allegazione dell’APE sussiste in caso di vendita giudiziale dei beni indivisi che non siano oggetto delle procedure di cui al punto precedente.
L’esclusione dall’obbligo di dotazione e allegazione dell’Attestato di Prestazione Energetica, di cui al punto 3.4 delle disposizioni allegate al decreto n. 6480 del 30.7.2015, si applica anche agli edifici industriali e artigianali il cui utilizzo e/o le attività svolte al loro interno non prevedano il riscaldamento o la climatizzazione.
L’installazione dei dispositivi per la termoregolazione e la contabilizzazione del calore, qualora non avvenga nell’ambito di un più complesso intervento di ristrutturazione dell’impianto termico o di riqualificazione energetica, è assimilata ad un intervento che non determina la modifica delle prestazioni energetiche e, pertanto, non comporta la decadenza dell’idoneità dell’Attestato di Prestazione Energetica prevista al punto 11.8 delle disposizioni allegate al decreto n. 6480 del 30.7.2015.
INTERVENTI MIGLIORATIVI DA INDICARE NELL’APE. L’assenza dell’indicazione di interventi migliorativi nell’apposita sezione dell’APE costituisce un inadempimento del certificatore ed è oggetto di verifica in sede di controllo della conformità dell’APE. Tale indicazione può essere omessa solo qualora il certificatore dichiari, in caso di edifici di classe A3 e A4, che ulteriori interventi migliorativi non sono convenienti in termini di costi-benefici; tale dichiarazione va obbligatoriamente annotata nella sezione “Informazioni sul miglioramento della prestazione energetica” dell’APE stesso.
MODIFICA DEL MODELLO DI APE. Alla quarta pagina dell’Attestato di Prestazione Energetica di cui all’Allegato D al decreto regionale n. 6480 del 30.7.2015, dopo la dicitura “Il presente attestato è reso, dal sottoscritto, in forma di dichiarazione sostitutiva di atto notorio ai sensi dell’articolo 47 del DPR 445/2000 e dell’articolo 15, comma 1 del D.Lgs 192/2005 così come modificato dall’articolo 12 del D.L. 63/2013” è aggiunta la dicitura “Si dichiara, ai sensi dell’art. 19 del DPR 445/2000, che la presente copia cartacea è conforme al file dell’attestato di prestazione energetica depositato nel Catasto Energetico Edifici Regionale.”
DOTAZIONE DELL’APE IN CASO DI EDIFICIO PRIVO DI IMPIANTO. Le disposizioni di cui al punto 10.5 dell’Allegato al decreto regionale n. 6480 del 30.7.2015 sono applicabili in tutti i cui i casi in cui sia previsto l’obbligo di dotazione dell’APE.
OBBLIGO DI ALLEGAZIONE ALL’APE DEL LIBRETTO DI IMPIANTO. In relazione a quanto previsto al punto 11.8 delle disposizioni allegate al Decreto n.6480 del 30.7.2015, si precisa che il libretto d’impianto, aggiornato in conformità alle disposizioni per il controllo sull’efficienza energetica degli impianti termici civili, deve essere obbligatoriamente allegato all’Attestato di Prestazione Energetica consegnato all’acquirente o al locatario dell’edificio, prima della stipula del contratto. Il suddetto libretto non deve necessariamente essere unito all’APE allegato al contratto medesimo, in sede di stipulazione.
AMPLIAMENTO VOLUMETRICO, RECUPERO DI SOTTOTETTI E NUOVI VOLUMI EDILIZI. Nei casi di cui al punto 5.1. lettera b, delle disposizioni allegate al decreto n. 6480 del 30.7.2015, qualora la nuova porzione sia climatizzata mediante la sola estensione dei sistemi tecnici preesistenti occorre procedere alle seguenti verifiche:
1) il parametro H’T risulti inferiore al valore limite riportato all’ultima riga della Tabella 10 dell’Allegato B al decreto regionale n. 6480 del 30.7.2015;
2) il parametro Asol,est/Asup utile determinato in base a quanto previsto al paragrafo 2.2 dell’Allegato B, risulti inferiore al corrispondente valore limite riportato nella Tabella 11 del medesimo Allegato B, rispettivamente per gli edifici della categoria E.1, fatta eccezione per collegi, conventi, case di pena, caserme nonché per la categoria E.1(3) e per gli edifici di tutte le altre categorie;
3) tutte le verifiche pertinenti di cui al paragrafo 5 delle disposizioni allegate al decreto regionale n. 6480 del 30.7.2015.
Nei casi di cui al punto 5.1., lett. b) delle stesse disposizioni, qualora la nuova porzione sia climatizzata mediante nuova installazione anche solo di un sistema tecnico dedicato ad un servizio energetico, occorre procedere alle verifiche previste per gli edifici di nuova costruzione.
Gli ampliamenti volumetrici, i recuperi di sottotetti esistenti, ovvero i nuovi volumi edilizi che non rientrano in quanto previsto al punto 5.1. lettera b) delle disposizioni allegate al decreto regionale n. 6480 del 30.7.2015, tali per cui la nuova porzione abbia un volume lordo climatizzato inferiore o uguale al 15% di quello esistente e inferiore o uguale a 500 m3, sono assimilati a interventi di riqualificazione energetica e sono soggetti alle verifiche di cui al punto 8 delle suddette disposizioni.
REQUISITI DI TRASMITTANZA TERMICA DEI SERRAMENTI IN CASO DI RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA. I requisiti di trasmittanza termica dei serramenti, indicati nella tabella 15 dell’Allegato B delle disposizioni allegate al decreto regionale n. 6480 del 30.7.2015. (CLICCA QUI)
RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA DELL’INVOLUCRO OPACO CON ISOLAMENTO IN INTERCAPEDINE O DALL’INTERNO. Si specifica che le tabelle di riferimento dell’Allegato B per quanto previsto al punto 8.3 delle disposizioni allegate al decreto regionale n. 6480 del 30.7.2015 sono la numero 12, 13, 14 e la numero 15, quest’ultima limitatamente alle chiusure tecniche opache e ai cassonetti.
REQUISITI DEGLI IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE. L’installazione di nuovi apparecchi di illuminazione deve rispettare i requisiti indicati al punto 8.9 delle disposizioni allegate al decreto regionale n. 6480 del 30.7.2015 anche nel caso in cui tali apparecchi siano installati in un edificio di nuova costruzione o soggetto a ristrutturazione importante di primo o di secondo livello.
SOSTITUZIONE DI GENERATORE DI CALORE. In relazione a quanto previsto al punto 4.10 delle disposizioni allegate al decreto regionale n. 6480 del 30.7.2015, si specifica che la sostituzione di una caldaia con un’altra di diversa tipologia (es. condensazione, multistadio, modulante, tradizionale) non è assimilata ad un cambio di tipologia di generatore; pertanto, nel caso in cui non vi sia un cambio di combustibile e nel caso in cui la potenza termica della nuova caldaia non sia superiore a 50 kW, non è necessario presentare al Comune la relazione tecnica di cui al punto 4.8 delle predette disposizioni. L’esclusione vale anche nel caso in cui la caldaia sia sostituita con una pompa di calore di potenza inferiore o uguale a 15 kW. Rimane l’obbligo di trasmettere al Comune la dichiarazione di conformità di cui al DM 37/2008 e all’Autorità competente in materia di ispezioni sugli impianti termici il rapporto di controllo tecnico e l’aggiornamento del libretto d’impianto, come previsto dalla dgr 3965 del 31.7.2015.
REQUISITI PER L’INSTALLAZIONE DI UN IMPIANTO TERMICO ALIMENTATO A BIOMASSA. Le precisazioni di seguito indicate integrano ed in parte rettificano quanto indicato al punto 5.6 e al punto 8.6 delle disposizioni allegate al decreto 6480 del 30.7.2015.
In caso di installazione di un generatore alimentato a biomassa la relazione tecnica, di cui al punto 4.8 delle disposizioni allegate al decreto regionale n. 6480 del 30.7.2015, dovrà attestare il rispetto dei requisiti di cui al punto 15 della dgr 3965/2015, a prescindere dalla potenza dell’impianto e dalle ulteriori caratteristiche.
Pertanto, potranno essere installati solo generatori che appartengano a classi di efficienza energetica, come individuate dalle norme tecniche indicate alla tabella 5.6 del decreto 6480/2015 che abbiano rendimenti uguali o superiori ai valori indicati nella dgr 3965/2015.
Fermi restando i requisiti di cui sopra, nel caso in cui l’installazione di un impianto termico alimentato a biomassa riguardi un edifico di nuova costruzione o soggetto a ristrutturazione di primo livello, occorre procedere al calcolo dell’efficienza globale media stagionale di cui al punto 8.6, lett. a) delle disposizioni allegate al decreto 6480 del 30.7.2015. Le disposizioni di cui al punto 8.6, lettere b), c) e d) si applicano solo qualora siano tecnicamente possibili, in relazione alla tipologia di impianto a biomassa.
L’installazione in un edificio esistente, ad integrazione dell’impianto termico esistente e in assenza di interventi sui sottosistemi impiantistici preesistenti, di apparecchi termici alimentati a biomassa solida che abbiano, singolarmente o nel loro complesso, una potenza nominale del focolare inferiore a 5 kW, non è soggetta al rispetto dei requisiti e delle disposizioni di cui ai precedenti punti 7.1 e 7.2.
INSTALLAZIONE DI UNA POMPA DI CALORE CON POTENZA NON SUPERIORE A 15 KW. Nel caso in cui l’installazione della pompa di calore, pur con potenza termica non superiore a 15 kW, avvenga nell’ambito di una qualsiasi altra tipologia di intervento (edificio di nuova costruzione o soggetto a ristrutturazione importante di primo o di secondo livello, riqualificazione energetica dell’involucro edilizio, ristrutturazione dell’impianto termico, riqualificazione energetica dell’impianto termico) non si applica l’esclusione di cui al punto 4.11 predetto.
ASSENZA DI UNO DEI SOTTOSISTEMI DELL’IMPIANTO TERMICO O DI ALLACCIAMENTO ALLA RETE DEL GAS. L’edificio oggetto di certificazione si considera privo dell’impianto termico nel caso in cui l’impianto termico in esso installato sia sprovvisto di almeno uno dei sottosistemi (generazione, distribuzione o emissione); diversamente, non si considera privo dell’impianto termico l’edificio in cui sono presenti tutti i sottosistemi che lo compongono, ma manca l’allacciamento alla rete del gas.
RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA DELL’IMPIANTO TERMICO. Gli interventi sull’impianto termico che rientrano nella definizione di ristrutturazione o di riqualificazione energetica, così come la sostituzione del generatore con un altro generatore di potenza termica superiore al 10% della potenza del generatore sostituito, sono soggetti ai medesimi obblighi di cui al punto 8.6, 8.7, 8.8 delle disposizioni allegate al decreto 6480 del 30.7.2015.
POMPE DI CALORE REVERSIBILI TIPO SPLIT. Ai fini del calcolo delle prestazioni energetiche dell’edificio, qualora in un ambiente servito da impianto di riscaldamento sia presente anche un impianto in pompa di calore reversibile tipo split, quest’ultimo deve essere considerato ai fini del raffrescamento e può essere trascurato ai fini del riscaldamento.
FATTORI DI ALLOCAZIONE DELL’ENERGIA PER SISTEMI COGENERATIVI. Quanto indicato nelle formule 11.379, 11.380 e 11.381 dell’Allegato H al decreto regionale n. 6480 del 30.7.2015, in merito alla modalità di allocazione dell’energia in presenza di sistemi cogenerativi è da intendersi applicabile indipendentemente dalla taglia degli stessi; pertanto tali formule risultano valide a prescindere dalla potenza elettrica e termica del sistema cogenerativo e quindi applicabili anche a impianti di cogenerazione abbinati a reti di teleriscaldamento.
OBBLIGO DI INTEGRAZIONE DELLE FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI. A parziale rettifica di quanto previsto al punto 6.15 iii delle disposizioni allegate al decreto 6480 del 30.7.2015, qualora un edificio soggetto ai requisiti degli “edifici ad energia quasi zero” sia allacciato ad una rete di teleriscaldamento che ne copra l’intero fabbisogno di calore per la climatizzazione invernale e la fornitura di acqua calda sanitaria, non incorre negli obblighi relativi alla copertura dei fabbisogni di energia primaria per la produzione di acqua calda sanitaria e della somma dei fabbisogni per la climatizzazione invernale, estiva e l’ acqua calda sanitaria, di cui ai punti 6.13. c. i e ai punti 6.13. c. ii delle disposizioni allegate al decreto 6480/2015) ma resta soggetto all’obbligo di installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica, di cui al punto 6.3 lettera c) iii delle medesime disposizioni.
Sono altresì soggetti agli obblighi di integrazione delle Fonti Energetiche Rinnovabili previsti dall’Allegato 3 al Decreto Legislativo 3 marzo 2011, n. 28 gli “edifici sottoposti a ristrutturazione rilevante” come definiti dall’art. 2 del predetto decreto anche se non ricompresi nella definizione di ristrutturazione importante di primo livello ai sensi del decreto regionale n. 6480 del 30.7.2015.
VERIFICHE DI CONDENSA. Le condizioni di umidità relativa interna, contenute ai paragrafi I.2.1 e I.2.2 dell’Allegato H al decreto regionale n. 6480 del 30.7.2015, relative alle verifiche di condensa in assenza di sistemi di controllo dell’umidità, sono da ritenersi superate da quanto riportato al punto 5.3 delle disposizioni allegate al decreto; pertanto le condizioni interne di utilizzazione sono da valutare secondo il metodo delle classi di concentrazione riportato nelle Appendici A e NA (Appendice Nazionale) della norma UNI EN ISO 13788.
STRUTTURE A PROTEZIONE DEGLI IMPIANTI SPORTIVI. Le strutture a protezione degli impianti sportivi sono considerate stagionali e, pertanto, sono esenti dagli obblighi di rispetto dei requisiti di prestazione energetica e di dotazione dell’Attestato di Prestazione Energetica qualora esse, anche se sostenute da strutture portanti fisse, siano completamente rivestite da un involucro che può essere, a momenti alterni, tolto o rimesso.
(fonte: casaeclima.com)


 

SERRAMENTI, IN LOMBARDIA STABILITE LE TRASMITTANZE TERMICHE PER IL 2016 E 2017

In materia di trasmittanze termiche dei serramenti da applicare nel 2016 e nel 2017, la Regione Lombardia ha pubblicato la nuova tabella della “Trasmittanza termica U massima delle chiusure tecniche trasparenti e opache e dei cassonetti, comprensivi degli infissi, verso l’esterno e verso ambienti non climatizzati soggette a riqualificazione”, contenuta nel decreto dirigenziale n. 224 del 18 gennaio 2016, recante “Integrazione delle disposizioni in merito alla disciplina per l’efficienza energetica degli edifici approvate con decreto 6480 del 30 luglio 2015”, pubblicato sul Bollettino Ufficiale Serie Ordinaria n. 3 del 22 gennaio 2016.
Il provvedimento dispone che i requisiti di trasmittanza termica dei serramenti, indicati nella tabella 15 dell’Allegato B delle disposizioni allegate al decreto regionale n. 6480 del 30.7.2015, sono definiti come segue:
 

SLITTA AL 1° GENNAIO 2017 ENTRATA IN VIGORE NUOVE TRASMITTANZE. Ricordiamo che nella seduta n. 141 del 20 novembre 2015, la Giunta regionale della Lombardia ha differito al 1° gennaio 2017 l’entrata in vigore delle disposizioni di cui alla DGR n. 3868 del 17 luglio 2015 relative ai requisiti prestazionali di serramenti in caso di riqualificazione energetica.
Per il 2016 è dunque possibile continuare ad installare serramenti con un valore di trasmittanza termica analogo ai valori limite previsti a livello nazionale per ottenere la detrazione fiscale del 65% relativa al miglioramento dell’efficienza energetica.
Come evidenziato da Unicmi, lo standard qualitativo a cui fanno riferimento normalmente le imprese nell’impostare la propria offerta commerciale è quello necessario affinché i committenti possano ottenere la detrazione fiscale riconosciuta per gli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica, pari a U (W/m2K) 1,8 per la zona climatica E e di U (W/m2K) 1,6 per la zona climatica F.
Molte aziende non sono preparate per far fronte ad un così repentino mutamento della domanda, che in Lombardia sarà improntato a valori molto più restrittivi. Inoltre, le condizioni ministeriali per ottenere la detrazione fiscale del 65% relativa agli interventi per l’efficienza energetica degli edifici continuano a costituire il riferimento principale per tutti i produttori di serramenti che operano anche al di fuori dei confini della Lombardia.
Pertanto, la Regione Lombardia ha disposto di modificare parzialmente le disposizioni per l’efficienza energetica degli edifici, approvate con dgr n. 3968 del 17.7.2015, prevedendo che fino al 31.12.2016 i valori di trasmittanza termica indicati per la sostituzione dei serramenti, in caso di riqualificazione energetica, siano analoghi ai valori previsti per accedere all'ecobonus.
(fonte: casaclima.com)


 

mercoledì 20 gennaio 2016

EFFICIENZA ENERGETICA, 1 CASA SU 5 E' IN CONDIZIONI PESSIME

Sono più di 2 milioni le case italiane in mediocre o pessimo stato di conservazione. 
Una situazione che penalizza anche l’efficienza energetica degli edifici, oltre a gonfiare le bollette. Lo rivela un’analisi condotta da Confartigianato sullo stato dell’edilizia residenziale in tutta la penisola. Dallo studio quindi sono lasciati fuori gli edifici con destinazione d’uso differente, mentre rientrano case unifamiliari, ville, villette, case a schiera, palazzine in complessi residenziali e condomini o palazzine con negozi o sedi di attività economiche in genere a piano strada. Tuttavia, la fotografia fornisce una buona immagine complessiva dello stato dell’edilizia italiana, visto che riguarda più di 12 milioni di case e cioè quasi l’85% degli edifici totali. 
Il dato più evidente è che quasi un edificio su 5 è vecchio e in cattive condizioni. Per le abitazioni costruite prima del 1981 la percentuale sale al 21,1%, mentre la quota si riduce al 4,7% per gli edifici più recenti. Dati che vanno letti tenendo conto del loro peso specifico: infatti i tre quarti degli edifici residenziali in Italia ha più di 35 anni. Inoltre, lo studio mette in luce differenze sensibili a seconda della regione presa in esame. In generale, la situazione è peggiore al sud con una mediocre realtà di edilizia abitativa diffusa in tutta l’area.
La maglia nera nella speciale classifica va alla Sicilia, dove ben il 26,8% del totale degli edifici residenziali versa in uno stato di conservazione giudicato pessimo. Appena meglio, ma sempre nelle ultime posizioni, Calabria e Basilicata, rispettivamente con quote del 26,2% e 22,3%. Tra le regioni più virtuose figurano invece a pari merito Umbria e Trentino Alto Adige con una percentuale del 10,7%, seguite dalla Toscana con l’11,5%. Nessuna eccezione nemmeno se si prendono in esame le singole province. Anche in questo caso i fanalini di coda sono quelle meridionali di Vibo Valentia, con il 31,4% di case in cattivo stato, poi Reggio Calabria (31,3%) e Catanzaro (25,8%). In parallelo, il centro-nord primeggia con Prato (8,2%), Bolzano e Siena (8,5%).
I dati di Confartigianato spiegano quanto la situazione dell’edilizia residenziale influisca – gonfiandola – sulla bolletta energetica delle case. La rilevazione infatti ricorda che il comparto residenziale determina il 28,8% dei consumi finali di energia del Paese. Una percentuale che supera sia quella dei trasporti su strada (27,7%), sia quella dell’industria (22,7%). Come è possibile tamponare la situazione? Una possibilità sono i bonus fiscali per le ristrutturazioni e il risparmio energetico previsti nella legge di Stabilità. “E’ indispensabile – sottolinea Arnaldo Redaelli, Presidente di Confartigianato Edilizia – rendere stabili e permanenti, nella misura indicata nella legge di Stabilità 2016, gli incentivi fiscali che consentono di raggiungere più obiettivi: riqualificazione del patrimonio immobiliare, risparmio ed efficientamento energetico e difesa dell’ambiente, rilancio delle imprese delle costruzioni, emersione di attività irregolari”.
(fonte:rinnovabili.it) 


lunedì 11 gennaio 2016

SOLARE TERMICO: COSA SCEGLIERE TRA CONTO TERMICO E DESTRAZIONE 65%

L'installazione di un impianto solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria rientra tra gli interventi di risparmio energetico che possono accedere ai meccanismi di incentivazione. Nel caso che prenderemo in esame si può optare per due diverse modalità di incentivazione: il Conto Termico e la Detrazione del 65%. Quale delle due forme di incentivazione sia più conveniente è la domanda che spesso si pongono gli utenti e a cui cercheremo di dare una risposta.
Innanzitutto, si tratta di due meccanismi incentivanti che consentono di recuperare parte dell'investimento di un intervento attraverso modalità differenti. Mentre nella detrazione fiscale del 65% l'importo speso viene recuperatosotto forma di detrazione IRPEF in 10 anni, nel Conto Termico l'incentivo è un contributo alle spese sostenute corrisposto in rate annuali (da 2 a 5) tramite bonifico bancario. Appare evidente che il Conto Termico riduce i tempi di recupero dell'investimento e risulta estremamente conveniente per tutti i soggetti con gettito IRPEF basso o nullo.



Quantifichiamo adesso le somme che è possibile recuperare nei due casi. Supponiamo di voler installare un kit solare termico a circolazione naturale con un boiler da 300 litri. Il costo medio dell'intervento, comprensivo di manodopera per l'installazione, può essere stimato intorno a 2.500 €. I costi, chiaramente, dipendono dal tipo di intervento e tecnologia installata e possono variare anche sensibilmente a seconda delle prestazioni del prodotto.

Nell'ipotesi di accedere alla Detrazione del 65% è possibile recuperare 1.625 €. Tale importo viene ripartito in 10 rate annuali sotto forma di detrazione IRPEF. Quindi 162,50 €/anno x 10 anni.

Nel caso in cui si opti per il Conto Termico, invece, il DM 28/12/2012 prevede, per gli impianti solari termici con una superficie inferiore a 50 mq, un incentivo pari a 170 €/mq per 2 anni, con un limite massimo pari al 65% delle spese sostenute, introdotto dal D.lgs 102/2014. Considerando che i collettori solari termici di un kit con boiler da 300 litri hanno una estensione di circa 4 mq, l'incentivo totale annuo risulta essere pari a 680 €. Esso viene erogato per 2 anni, con un recupero finale per l'utente di 1360 €.

In entrambi i casi, paragonando le somme recuperabili al costo del solo kit, che mediamente si aggira intorno a 1500 €, si può dedurre l'elevata convenienza nel fare un investimento di questo tipo, anche alla luce del risparmio energetico conseguibile negli anni con tale prodotto.

In conclusione, il Conto Termico consente di recuperare, rispetto alla Detrazione del 65%, una quota dell'investimento più bassa ma in un tempo decisamente inferiore (2 anni contro 10) e secondo modalità che rendono il contributo direttamente esigibile per l'utente.

E' chiaro che all'aumentare della complessità e della grandezza dell'impianto, e quindi del relativo costo, la convenienza della Detrazione del 65% è decisamente maggiore. Tuttavia, per gli interventi di piccole dimensioni, il Conto Termico è una valida alternativa ad altre forme di incentivazione, soprattutto per i soggetti con redditi esenti ai fini IRPEF.
(fonte: lavoripubblici.it)