Classe energetica e benessere termico
La classificazione
energetica delle APE,
detto in maniere ultra-semplificata, classifica in una classe più elevata
quegli edifici che consumano poche fonti non rinnovabili e più fonti
rinnovabili; l’edificio energeticamente migliore, secondo tale classificazione,
è dunque quello che consuma poco e rinnovabile. Per completezza d’informazione,
nel rinnovabile troviamo ad esempio i pannelli solari, i pannelli fotovoltaici
e le biomasse.
Quando si parla di benessere
termico, però occorre precisare che non esiste una regola fissa che
disciplini quando un’abitazione è termicamente confortevole o costi poco
riscaldarla, ma esistono alcuni principi chiari che rendono bene l’idea del
significato del comfort o benessere: per esempio la temperatura deve più
possibile uniforme in tutto il volume dell’unità immobiliare, le pareti che
racchiudono l’unità devono essere a temperature non eccessivamente più basse
dell’aria presente nei locali, non deve essere presente un’enorme differenza di
temperatura tra l’aria più in basso e quella più in alto dei locali, non deve
esservi eccessiva umidità relativa né correnti di aria.
Esempi di metodi di riscaldamento
Incrociando i principi di classificazione e di
benessere come sopra chiariti, si noterà, tanto per fare un esempio, che nelle
abitazioni dove è presente un caminetto
a legna non vengono rispettati i principi del benessere termico, ma, ciò
nonostante, essendo il legno rinnovabile, l’unità immobiliare avrà una classe
energetica più elevata rispetto alla medesima unità immobiliare senza
caminetto, ma riscalda, per esempio, a metano.
L’esempio citato rappresenta un valido modello di come
tale sistema possa fuorviare chi non è edotto su tali questioni, che esulano
dall’ambito specialistico della progettazione impiantistica, ma che, essendo
alla portata di tutti, possono influenzare il valore di mercato nell’ambito di
una contrattazione.
Con un impianto
radiante a pavimento, alimentato da una caldaia a metano, si raggiunge
molto facilmente il comfort termico (la temperatura è uniforme, non ci sono
particolari differenze tra l’aria in alto e quella in basso, le pareti si
scaldano etc.), ma se nella stessa abitazione fosse presente una stufa pellet,
con la quale non si raggiunge il medesimo comfort (si scalda solo l’aria vicino
alla stufa, si influisce negativamente sull’umidità etc.) è possibile che
quest’ultima risulti in una classificazione energetica migliore.
L’intento di chi ha scritto tali leggi energetiche
eran, certamente, quello di favorire le
fonti rinnovabili, ma nel farlo non ha tenuto in considerazione le
numerose realtà dell’Italia in cui il legno, per esempio, rappresenta una fonte
imprescindibile del riscaldamento, sebbene non soddisfi in pieno i requisiti
del benessere termico. Il massimo, sarebbe avere un impianto che rispetti i
principi del benessere, come potrebbe essere l’impianto a pavimento, alimentato
tramite un sistema rinnovabile come potrebbero essere le pompe di calore
abbinate al fotovoltaico. Ma fotografando il patrimonio immobiliare e gli usi e
consuetudini italiane, noteremo che in molti luoghi, dove soprattutto la legna
è facilmente reperibile, tale disciplina legislativa ha favorito l’aumento dei
consumi proprio del legname, mentre il
fotovoltaico viene ancora accantonato poiché troppo più oneroso.
Su come il consumo
del legno e dei boschi incida sull’ecosistema è ormai un fatto chiaro,
mentre sulla bontà delle celle fotovoltaiche, ricche di silicio, nei confronti
dell’ambiente e degli esseri umani, non è possibile per lo scrivente esprimere
un giudizio fondato poiché rappresenta un argomento estremamente delicato; in
tale ambito è opportuno che il trattamento delle celle avvenga in modo tale da
non disperdere ciò che di buono hanno fatto i pannelli fotovoltaici durante la
loro vita utile. In genere per garantire che ciò avvenga, durante lo
smaltimento si separano con metodi termici o meccanici tutti i vari componenti
che verranno successivamente reindirizzati per un differente utilizzo.
Questo articolo, dunque, non rappresenta una critica a
una fonte di riscaldamento piuttosto che un’altra, ma ha il solo obiettivo di mostrare ai non addetti ai lavori come i vari
impianti possano deviare la classificazione energetica dalla realtà del
benessere termico.
(fonte: ediltecnico.it)