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giovedì 11 settembre 2014

I VANTAGGI DELLE VALVOLE TERMOSTATICHE E DEI CONTABILIZZATORI DI CALORE

I vantaggi delle valvole termostatiche e dei contabilizzatori di calore bbligatori dal 31 dicembre 2016 per i condomini con riscaldamento centralizzato, questi dispositivi possono portare risparmi medi annuali sul combustibile compresi tra il 10% e il 30%
Entro il 31 dicembre 2016, su tutto il territorio nazionale, coloro che risiedono in condomini con riscaldamento centralizzato dovranno installare su ciascun termosifone del proprio appartamento valvole termostatiche con contabilizzatori di calore, come previsto all'interno del decreto legislativo di recepimento della Direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica, approvato il giugno scorso. Pena sanzioni amministrative per il condominio da 500 a 2.500 euro. Ma di cosa si tratta esattamente? E quali sono i vantaggi dell'installazione di questi dispositivi?
Le valvole termostatiche sono meccanismi di termoregolazione che permettono una suddivisione del calore nelle diverse stanze del proprio appartamento e consentono di escludere automaticamente il termosifone una volta che la camera ha raggiunto la temperatura desiderata. I contabilizzatori o ripartitori di calore sono, invece, apparecchiature che, installate sui singoli radiatori, quantificano il calore effettivamente consumato.
«Già da tempo siamo impegnati nell'installazione di migliaia di questi sistemi presso i condomini di Lombardia e Piemonte, le prime Regioni che, in Italia, hanno legiferato in materia - spiega Marco Decio, direttore Polo mercato privato di Cofely Italia (Gruppo Gdf Suez) -. Dalla nostra esperienza, possiamo confermare che si tratta di un efficace intervento di risparmio energetico, che comporta un notevole miglioramento del comfort e che consente un sensibile risparmio di energia, a cui il singolo può contribuire ulteriormente cambiando alcune semplici abitudini: per esempio, la sola riduzione della temperatura dell'ambiente da 21 a 20°C porta già a un risparmio pari al 7% annuo».
I vantaggi della regolazione del calore
- Risparmio economico: secondo quanto stimato da Cofely Italia, con un impianto di contabilizzazione del calore e termoregolazione, il condominio realizza un risparmio medio annuale sul combustibile utilizzato dalla caldaia compreso tra il 10% e il 30%, rispetto alla situazione anteriore all'installazione; questo a fronte di una spesa d'installazione variabile tra i 90 e i 140 euro per termosifone. Da non sottovalutare il fatto che, mentre i costi d'installazione restano perlopiù invariati nel tempo, il trend dei prezzi energetici è costantemente in crescita; ciò comporta risparmi ulteriori rispetto a quelli già derivanti dall'installazione del sistema.
 - Detrazione fiscale: attualmente lo Stato italiano prevede il recupero in 10 anni del 50% del costo sostenuto per l'impianto di contabilizzazione del calore. Il rimborso avviene sotto forma di detrazione Irpef per le spese di ristrutturazione come intervento finalizzato al risparmio energetico. Se, ad esempio, una famiglia spende 1.000 euro per l'impianto di contabilizzazione, 500 euro vengono rimborsati dallo Stato (50 euro l'anno per 10 anni). Il decreto di stabilità 2011 permette la detrazione fiscale del 65% in 10 anni in caso di contestuale sostituzione della caldaia con uno dei nuovi modelli a condensazione.
- Iva agevolata: con il decreto Bersani (Decreto Legge 223/2006) è stato reintrodotto il regime Iva agevolato al 10% per le ristrutturazioni edilizie, tra cui rientra certamente anche questo genere di intervento. Queste stesse agevolazioni sono state confermate dalla Legge Finanziaria 2007, comma 387.
 - Investimento economico: l'impianto di contabilizzazione del calore e termoregolazione dà un ulteriore valore aggiunto all'immobile, a fronte di un investimento in proporzione modesto. In caso, ad esempio, di un immobile del valore di 150.000 euro con impianto di riscaldamento centralizzato, rispetto ad una spesa di circa 1.000 euro per l'impianto di contabilizzazione individuale possiamo ipotizzare una rivalutazione dell'immobile, derivante dall'autonomia dell'impianto di riscaldamento, pari almeno al 3%, ovvero a 4.500 euro.
Gli impianti di riscaldamento condominiale esistenti possono essere, dunque, trasformati vantaggiosamente per consentire una gestione autonoma della temperatura in ogni singolo locale, senza distaccarsi dall'impianto centralizzato. Tanto più che le azioni da eseguire sull'impianto di riscaldamento centralizzato escludono opere murarie e installazione di fili, consistendo nella sola sostituzione delle valvole manuali di ogni radiatore con valvole termostatiche automatizzate e nell'applicazione, su ciascun corpo scaldante, di un dispositivo, il ripartitore, atto a rilevare la quantità di calore emessa in modo che ci sia un addebito della spesa proporzionale ai consumi effettivi.
Con questi interventi l'impianto di riscaldamento centralizzato si tramuta in una serie di impianti di riscaldamento a gestione autonoma: ogni utente può disporre del servizio di riscaldamento in qualunque ora del giorno e della notte, regolare la temperatura ambiente al valore desiderato in ogni locale dell'appartamento e pagare il servizio solo in funzione del consumo individuale. Le spese condominiali di riscaldamento vengono, infatti, ripartite tra le unità immobiliari in proporzione alle letture dei contatori di calore. Solo una parte minoritaria della spesa viene suddivisa secondo i millesimi riscaldamento, a compensazione dei costi comuni e delle dispersioni di calore dell'impianto di riscaldamento.
«Benché possa sembrare un intervento semplice, si tratta, in realtà, di un'operazione altamente specialistica, che richiede il progetto di un professionista esperto di contabilizzazione, previo rilievo e certificazione dei corpi scaldanti installati in ogni appartamento - continua Marco Decio di Cofely Italia -. Può risultare, infatti, conveniente considerare l'opportunità di effettuare, con l'occasione, ulteriori azioni utili a ridurre ancora di più i consumi energetici. È importante sapere, infatti, che la diagnosi energetica del sistema edificio-impianto è lo strumento che consente di individuare eventuali altre esigenze di ottimizzazione energetica, come l'opportunità della riqualificazione della centrale termica».
(fonte: energymanagernews.it)
 
 
 

mercoledì 10 settembre 2014

"SBLOCCA ITALIA", INEFFICACE LO SCONTO IRPEF DEL 20% PER FAR RIPARTIRE IL MERCATO IMMOBILIARE

La norma contenuta nel decreto legge Sblocca Italia che prevede uno sconto Irpef per chi acquista un immobile energeticamente efficiente per affittarlo a canone concordato "non sarà sufficiente per far ripartire il mercato immobiliare". 
È il parere del Centro Studi del Gruppo Toscano, che ha effettuato delle simulazioni. La disposizione prevede tra le condizioni una spesa massima di 300mila euro per l’acquisto di una o due abitazioni, nuove o ristrutturate, in classe energetica A o B. L’acquirente (che non può essere un parente di I grado del venditore) può dedurre dal proprio reddito complessivo il 20% del prezzo di acquisto dell’immobile in 8 anni (per un massimo quindi di 60 mila euro, ovvero 7.500 euro l’anno). Il risparmio annuo è compreso in una forbice di 2800-3000 euro l’anno (dipende dall’aliquota Irpef). L’immobile acquistato dovrà essere affittato a canone concordato sempre per 8 anni.
Segmentando l’offerta attualmente disponibile nel portafoglio delle agenzie del Gruppo Toscano, è emerso solo l’1,9% degli immobili rispetta i requisiti di efficienza energetica (classe A o B) e un prezzo di vendita massimo di 300 mila euro. Questi ultimi, a loro volta, rappresentano il 68% del totale degli immobili residenziali attualmente in portafoglio.
MISURA INEFFICACE. “Se la ratio della norma è incentivare l’investimento, con questi numeri è improbabile che il mercato possa subire quell’accelerazione che tutti noi auspichiamo”, osserva Andrea Toscano, Consulente Generale del Gruppo Toscano S.p.A.. “I numeri parlano chiaro: solo in pochi beneficeranno della normativa ed è altresì evidente che i veri destinatari del provvedimento sono i costruttori e non il mercato immobiliare nel suo complesso. Ritengo che ancora oggi le difficoltà di accesso al credito rappresentano la variabile fondamentale sulla quale intervenire per una ripresa consistente delle compravendite immobiliari. Sarebbe pertanto auspicabile un intervento proprio su questo punto, che abbia un buon appeal per gli acquirenti, al fine di incentivare il mercato.”
Secondo i calcoli effettuati dal Sole 24 Ore, l’operazione è conveniente solo in quei comuni in cui la differenza tra canone concordato e di mercato non supera una forbice del 40%. Viceversa, conviene il prezzo di locazione di mercato. 
(fonte:casaeclima.com)