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domenica 26 maggio 2019

CASA: MIGLIORARE LA CLASSE ENERGETICA IN 6 MOSSE


Abiti in una casa in classe G? Non sei l’unico, anzi. In Italia più della metà del patrimonio immobiliare vi appartiene. Mal comune mezzo gaudio? Beh, potresti essere molto più contento vivendo in un’abitazione dalla classe più alta. Significa dare un taglio alla bolletta: passare dalla classe G alla classe A permette, infatti, di risparmiare anche 130 kW/m2 anno. Inoltre migliorare l’indice di prestazione energetica della propria abitazione si traduce in una valutazione immobiliare più alta. Migliorare la classe energetica è possibile. Ecco come:
PRIMO…Sostituire i serramenti
La sostituzione dei serramenti è l’intervento più “gettonato” dagli italiani nell’ambito degli interventi di efficienza energetica. Nel 2014-2017, segnala Enea nel Rapporto annuale dedicato, ne sono stati eseguiti complessivamente un milione e mezzo: di questi più della metà è coinciso proprio con il rinnovo dei serramenti. I vantaggi in termini di risparmio energetico sono concreti: sempre Enea registra, a proposito di risparmi da detrazioni fiscali per riqualificazione energetica nel quadriennio considerato, su 0,0403 Mtep annui totali il 40,3% deriva proprio dalla sostituzione dei serramenti.
Per sostituire i serramenti si può contare sugli incentivi fiscali: la Legge di Bilancio 2019 prevede detrazioni Irpef del 50% per le spese sull’acquisto e la posa in opera di finestre comprensive di infissi.
Chi può beneficiare della detrazione? I contribuenti possessori di un immobile nel quale vengono svolti interventi mirati. Occorre ricordarsi di inviare all’Enea una comunicazione per ottenere la detrazione. Per maggiori informazioni vai al sito web dedicato.

SECONDO…Contabilizzazione calore, caldaie a condensazione e pompe di calore
Un altro intervento importante per migliorare la classe energetica riguarda la gestione del riscaldamento. Le possibilità sono molteplici. Partiamo dalla contabilizzazione del calore: permette di gestire autonomamente le esigenze termiche negli stabili con impianto centralizzato o se allacciati a un impianto di teleriscaldamento. È ormai una misura obbligatoria nei condomini con impianto centralizzato.
Per chi invece ha l’impianto autonomo una soluzione interessante è la caldaia a condensazione. Rispetto agli impianti tradizionali assicura un risparmio energetico, in termini di consumi, anche del 30%, e la riduzione delle emissioni. Tutto questo grazie alle sue caratteristiche: al suo interno si condensa il vapore acqueo dei fumi di scarico, il cui calore residuo è sfruttato per riscaldare l’acqua usata per l’impianto di riscaldamento.
Daikin D2C è la nuova caldaia murale a condensazione compatta, tecnologicamente innovativa, dal design elegante e moderno e connessa.
Anche nel caso della caldaia a condensazione si può beneficiare delle detrazioni fiscali: al 50% se si va a sostituire l’impianto di climatizzazione invernale con una caldaia a condensazione almeno di classe A; al 65% se si va a sostituire il vecchio impianto con un apparecchio ibrido, costituito cioè da una pompa di calore integrata con la caldaia a condensazione.
Oppure si può pensare di installare la pompa di calore che consente di riscaldare la casa in inverno e raffrescarla in estate. La pompa di calore non genera calore ma lo trasferisce: preleva infatti calore dall’aria, dall’acqua o dal sottosuolo e lo porta dentro casa. Allo stesso modo, può portare all’esterno il calore in eccesso durante l’estate.
Da Mitsubishi Electric le pompe di calore Ecodan e Zubadan per riscaldamento, raffrescamento e produzione di acqua calda sanitaria per abitazioni singole e interi edifici.

TERZO…Pannelli fotovoltaici e autoconsumo
Finora abbiamo parlato di risparmio. Ora parliamo di produzione energetica. Una delle possibilità più interessanti è dotarsi di un impianto fotovoltaico, misura possibile sia per chi vive in una abitazione monofamiliare che in condominio. Anche in questo caso sono previste detrazioni, al 50%.
Quanto costa un impianto fotovoltaico? Oggi sul mercato è possibile contare su un costo per kW di potenza anche inferiore ai duemila euro.
Ci sono poi due opzioni per l’impiego dell’energia prodotta: scambio sul posto o accumulo. Nel primo caso, è possibile “compensare l’energia elettrica prodotta e immessa in rete in un certo momento con quella prelevata e consumata in un momento differente da quello in cui avviene la produzione”, segnala il GSE. In pratica, l’energia prodotta in più viene immessa in rete che funziona come un accumulo virtuale. L’utente può recuperare parte dell’energia immessa in rete e non consumata sotto forma di compensazione.
Altrimenti è possibile prevedere l’acquisto di un impianto di energy storage. In pratica l’energia viene accumulata tramite apposita batteria e auto consumata a seconda della necessità e quando l’impianto produce poco o per niente.
Fronius ha sviluppato un sistema di accumulo trifase che offre al cliente tutta la flessibilità necessaria per soddisfare ogni esigenza, dal residenziale alle realtà alberghiere.

QUARTO…Rendere intelligente la casa
La casa intelligente è un ottimo modo di fare efficienza energetica. Occuparsi delle varie esigenze di calore, luce, energia attraverso un sistema tecnologico che connette i vari impianti e permette di gestirli da remoto è un’opzione che consente risparmi in bolletta significativi.
Tra l’altro, si può adottare un sistema di domotica per la casa contando sugli ecobonus. Sono previste, infatti, detrazioni fiscali al 65% a proposito di riqualificazione energetica per acquistare e installare “dispositivi multimediali per il controllo a distanza degli impianti di riscaldamento, di produzione di acqua calda, di climatizzazione delle unità abitative”, segnala l’Agenzia delle Entrate nella guida dedicata.
Rendere intelligente la propria casa conviene e sono in molti a crederci in Italia. Lo conferma il trend in crescita delle soluzioni smart home certificato anche dall’ultimo report dedicato alla smart home dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano. Si tratta di un mercato che nel 2018 è stato capace di generare un valore di 380 milioni di euro (+52% rispetto al 2017).
Sicurezza, efficienza e risparmio energetico, comfort, benessere: sono alcune delle esigenze degli utenti. Internet, smartphone e tablet sono le tecnologie a disposizione di tutti che rendono possibile il controllo di tutte le funzioni.

QUINTO…Elettrodomestici a basso consumo
Frigorifero, lavatrice, lavastoviglie, aspirapolvere… chi oggi potrebbe fare a meno di questi elettrodomestici? Però sappi che i loro consumi possono arrivare a pesare anche l’80% sulla bolletta in termini di consumi elettrici domestici. Occorre quindi partire dalla scelta di elettrodomestici a basso consumo.
Per comprendere quali siano, basta far riferimento alla classe di efficienza energetica, riportata mediante specifica etichetta. È una misura adottata da anni a livello europeo per indicare il grado di energy efficiency di ogni apparecchio. Tale classificazione già dal 2010 è stata ampliata e così in classe A sono state introdotte A+, A++ e A+++. La differenza tra loro è sensibile in termini di risparmio energetico.
Anche in questo caso è possibile beneficiare anche per il 2019, per l’acquisto, di detrazione Irpef del 50% prevista per i grandi elettrodomestici almeno A+ (A per i forni) e ottenibile indicando le spese sostenute nella dichiarazione dei redditi. Rientrano tra questi: frigoriferi, congelatori, lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie. Per l’elenco completo rimandiamo al sito dell’Agenzia delle Entrate. In questo caso la detrazione riguarda gli elettrodomestici destinati ad arredare l’immobile oggetto di ristrutturazione.

SESTO…La casa si comanda con una APP
Abbiamo parlato di casa intelligente e in particolare di gestione da remoto. Come si attua? Per l’utente finale è tutto molto semplice: basta una app. Tutti ne hanno almeno una installata sul proprio smartphone. Per controllare casa e avere sempre a portata di mano tutto o quasi, l’applicazione mobile permette di gestire più cose ovunque e in qualsiasi momento.
Vuoi programmare il riscaldamento per arrivare a casa con la giusta temperatura? Basta la app. Ma non c’è solo quello. Ci sono soluzioni che permettono anche di rispondere al fattorino che suona al nostro videocitofono per consegnarci un pacco. Oppure è possibile controllare, tramite videocamere, cosa accade in casa e, nel caso di una “presenza non richiesta” di allertare le forze dell’Ordine.
Non mancano poi le app per il risparmio energetico: una delle più recenti è PocketWatt, che permette di scegliere gli elettrodomestici meno energivori. È nata dal progetto europeo DigiLabel, cui partecipa anche l’Italia, per affiancare l’etichetta energetica europea. In pratica PocketWatt legge il QR code del prodotto e così è possibile avere informazioni sulle caratteristiche di efficienza energetica e persino i costi su misura per le proprie abitudini di uso.
(fonte: elettricomagazine.it) 



martedì 14 maggio 2019

RISTRUTTURAZIONI CON RISPARMIO ENERGETICO, COSA ACCADE SE NON SI INVIANO I DATI ALL'ENEA ?


La trasmissione dei dati all’Enea degli interventi edilizi e tecnologici che beneficiano del bonus ristrutturazioni ma comportano anche risparmio energetico e/o utilizzo delle fonti rinnovabili, seppure obbligatoria per il contribuente, non fa venir meno, se non effettuata, il diritto al bonus, dal momento che non è prevista alcuna sanzione nel caso non si provveda all’adempimento.
A chiarirlo l’Agenzia delle Entrate nella Risoluzione 46/E del 18 aprile 2019, con cui risponde alla richiesta in merito alle conseguenze derivanti dalla mancata comunicazione dei dati sui lavori. 
Lavori edilizi con risparmio energetico: la questione dell’invio dati all’Enea
La ‘questione’ dell’invio dei dati all’Enea nasce con la Legge di Bilancio 2018 che ha introdotto l’obbligo di inviare all’Enea, a partire dal 1° gennaio 2018, una comunicazione legata alla detrazione del 50% sugli interventi di ristrutturazione edilizia che consentono anche di conseguire un risparmio energetico e all’acquisto di elettrodomestici, con l’obiettivo di monitorare il risparmio energetico che può derivare da un intervento di ristrutturazione.
L’invio va effettuato entro 90 giorni dalla data di ultimazione dei lavori o del collaudo, attraverso il sito web dedicato.
La norma, però, ha creato alcuni dubbi circa la rilevanza fiscale della trasmissione delle informazioni sugli interventi effettuati e, in particolare, all’eventuale perdita del diritto alla detrazione delle spese sostenute nel 2018 in caso di mancato o tardivo adempimento.

Ristrutturazioni con risparmio energetico: ecco cosa accade in caso di mancata trasmissione all’Enea

Il ministero dello Sviluppo economico ha espresso l’avviso, condiviso dalle Entrate, che l’invio all’Enea delle informazioni, seppure obbligatorio per il contribuente, non determina, se non effettuato, la perdita del diritto alla detrazione, in virtù del fatto che non è prevista alcuna sanzione nel caso non vi si provveda.
Infatti, il DM 41/1998, con il quale è stato adottato il regolamento recante le norme di attuazione e le procedure di controllo in materia di detrazioni per le spese di ristrutturazione edilizia, stabilisce gli adempimenti da effettuare ai fini dell’agevolazione; in particolare, l’articolo 4 elenca i casi di diniego della detrazione, tra i quali non è compresa la mancata o tardiva trasmissione delle informazioni all’Enea, prevista dall’articolo 16, comma 2-bis, Dl 63/2013; in più, la perdita del diritto alla detrazione, in caso di mancata o tardiva trasmissione, non è prevista neanche dallo stesso articolo 16.
Pertanto, conclude la risoluzione, in assenza di una specifica previsione normativa, l’omesso o tardivo invio delle informazioni non fa perdere il diritto alle detrazioni.
(fonte:edilportale.com)




martedì 7 maggio 2019

COMPRAVENDITE IMMOBILIARI, CRESCE (POCO) L'ATTENZIONE ALLA CLASSE ENERGETICA


Nel 2018 aumenta, anche se lievemente, il numero delle compravendite immobiliari nelle migliori classi energetiche (+6%), mentre è sceso sotto il 50% il peso sul mercato degli immobili di classe G, la peggiore.
Ad evidenziarlo il Report sulle dinamiche del mercato immobiliare in funzione delle caratteristiche energetiche degli edifici, frutto della collaborazione tra l’ENEA, l’Istituto per la Competitività (I-Com) e la Federazione Italiana degli Agenti Immobiliari Professionisti (FIAIP), presentato lo scorso 30 aprile a Roma.
Efficienza energetica, il peso della classe energetica nelle compravendite
Il Report, pur confermando l’importante peso che hanno gli immobili di classe G (classe energetica più scadente), ne registra un lieve calo rispetto all’anno precedente: nel 2018 le compravendite si attestavano tra il 37% (nel caso delle villette) e il 46% (nel caso delle ville unifamiliari). Lo stesso dato, per il 2017, era compreso tra il 54% e il 67%.
Il miglioramento della situazione è testimoniato dalla diminuzione della percentuale di immobili compravenduti appartenenti alle ultime quattro classi energetiche (D-G) rispetto all’anno precedente. Infatti, per il 2018, tale valore è pari a circa l’80%, a fronte di un valore superiore al 90% per il 2017.
Cresce, rispetto al 2017, il dato degli immobili di pregio compravenduti e ricadenti nelle prime tre classi energetiche (A+ A e B) che passa del 22% al 28%.
Anche la distribuzione per classe energetica rispetto all’ubicazione dell’immobile presenta dinamiche interessanti. Tale percentuale migliora per tutti i segmenti analizzati, ad eccezione degli immobili ubicati nelle zone centrali (10% circa). Ciò non sorprende vista la complessità di eseguire interventi strutturali sul sistema edificio-impianto in immobili spesso molto datati e ubicati nei centri storici.
Edifici nuovi o ristrutturati: il valore dell’efficienza energetica
Mentre nella compravendita di appartamenti esistenti il fattore energetico è poco dominante, il discorso è diverso per gli edifici nuovi; la percentuale di immobili di elevata qualità energetica (A+, A e B) rappresenta il 77% degli immobili di nuova costruzione venduti nel 2018.
Secondo il report, il dato positivo sugli edifici di nuova costruzione si inquadra bene nella necessità dover rispettare gli elevati standard imposti per legge alle nuove costruzioni, e nel fatto che il notevole stock di invenduto del segmento delle nuove abitazioni, che comprende quindi edifici costruiti tempo addietro ma che non sono mai stati oggetto di compravendita, si sta via via esaurendo.
Nel caso degli edifici ristrutturati, la percentuale di edifici appartenenti alle classi energetiche più performanti (A+, A e B) è passata dal 10% del 2017 al 22% del 2018.
Settore immobiliare: l’efficienza energetica acquista maggior valore
“I risultati presentati oggi sono particolarmente positivi, perché dopo anni di ‘timidezza’ e di scarsa attenzione, il settore immobiliare – sottolinea il Presidente dell’ENEA Federico Testa – inizia a riconoscere la valenza strategica dell’efficienza energetica. Il cambiamento nella percezione dei vantaggi economici e di comfort che possono derivare dall’acquistare o vendere un immobile di classe energetica più elevata, è una grande vittoria anche per l’ENEA che è impegnata, anche in qualità di Agenzia nazionale per l’efficienza energetica, con tecnologie, servizi e attività di formazione e informazione per le pubbliche amministrazioni, le imprese e i cittadini e di supporto ai decisori politici nella predisposizione delle misure più efficaci”.
“Visto il notevole peso che il settore degli edifici ha per il conseguimento del target di efficienza energetica negli usi finali di energia del Piano Nazionale Energia e Clima di recente sottoposto dal Governo italiano all’esame della Commissione europea, sarà – sottolinea il vicepresidente I-Com Franco D’Amore – molto importante intraprendere azioni fortemente innovative volte ad accelerare i progressi fin qui evidenziati dal mercato immobiliare rispetto al tema della qualità energetica degli edifici, rendendo possibile la mobilitazione delle ingenti risorse necessarie per realizzare gli investimenti in riqualificazione energetica degli immobili”.
Nonostante i miglioramenti di questi anni, che emergono dall’indagine, lo studio evidenza come la cultura del risparmio energetico nell’immobiliare, ed in particolare, la riqualificazione energetica, non sono ancora diventati una vera pratica sociale, sebbene oggi vi siano sempre più famiglie disposte a spendere di più rispetto a soluzioni abitative vetuste ed energivore.
(Fonte:edilportale.com)