La transizione energetica è un processo complesso e che implica
percorsi di innovazione che investono una pluralità di settori. Le
rinnovabili ad uso domestico hanno contribuito a far crescere la
consapevolezza di come ogni nucleo familiare possa raggiungere
determinati gradi di indipendenza energetica e di come la produzione della stessa non debba necessariamente essere appannaggio dei grandi colossi del mercato.
Passare però ad un sistema di generazione distribuita tramite medio-piccole cellule di produzione de-centralizzate richiede necessariamente una evoluzione del sistema di distribuzione. Ecco che entrano in gioco, dunque, le Smart Grids. Se, fino ad oggi, le reti attraverso cui ha viaggiato l’energia
che ha alimentato le nostre vite quotidiane erano pensate in base al
rapporto uni-direzionale che esisteva tra produttore e consumatore,
l’ingresso in gioco delle rinnovabili ha scombinato questo sistema
top-down evidenziandone falle e rigidità.
La produzione di energia elettrica da impianti decentralizzati preme fortemente verso una rivisitazione della rete di distribuzione. Rete che diventa così il veicolo della transizione.
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La European Technology Platform for the Electricity Networks of the Future definisce la “Smart Grid”
come una “rete elettrica in grado di integrare, in modo intelligente,
il comportamento e le azioni di tutti gli utenti ad essa collegati,
siano essi generatori, consumatori o utenti in grado allo stesso tempo
di generare e di consumare, allo scopo di realizzare, in modo
efficiente, un approvvigionamento elettrico sostenibile, sicuro ed
economico”.
Le smart grids dovrebbero sostanzialmente essere in grado di veicolare e gestire flussi energetici discontinui e multidirezionali, provenienti da più centri,
in base a necessità e disponibilità effettive in real-time. Il tutto
evitando perdite e cali di tensione. Un sistema che somiglia per molti
versi ad internet.
Sebbene questa transizione appaia progressivamente inarrestabile, è
vero però che sta a noi capire ed essere in grado di facilitarne i
passaggi o rallentarla inficiandone i benefici. Negli ultimi anni le tecnologie per le smart grids hanno conosciuto una continua crescita.
Un recente rapporto della Bloomberg New Energy Finance
ha reso noto come gli investimenti in questo campo siano aumentati del
7% nel 2012 raggiungendo un volume di affari di circa 14 miliardi di
dollari. A fare la parte del leone è la Cina con quasi il 25% degli
investimenti complessivi globali.
La ristrutturazione delle reti di distribuzione viene sempre più percepita come una caratteristica che tenderà a tramutarsi in un vantaggio competitivo sul mercato nel prossimo futuro.
La ristrutturazione delle reti di distribuzione viene sempre più percepita come una caratteristica che tenderà a tramutarsi in un vantaggio competitivo sul mercato nel prossimo futuro.
Nota dolente sul tema è l’assoluta non familiarità degli italiani con l’argomento. Un recente ricerca condotta da Ipr Marketing, dal titolo “Gli italiani e il solare” che verrà presentata in occasione di “BioEnergy Italy”, fa infatti sapere che solo il 6% degli italiani ne ha sentito parlare.
Mentre ben l’82% ha preso in considerazione la possibilità di passare
al solare. Il clima politico incerto e la crisi economica di certo non
aiutano. Il rischio è, come sempre, quello di arrivare colpevolmente in ritardo.