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mercoledì 13 febbraio 2013

I COSTI NASCOSTI DELLE FONTI ENERGETICHE, COSA PAGHIAMO DI PIU' ?

E’ molto difficile, si sa, comprendere i costi reali dell’approvvigionamento energetico. La nostra idea, di solito, si ferma ai costi che leggiamo in bolletta. Eppure, dietro ogni watt, non si nascondono unicamente i costi di produzione, di costruzione degli impianti, distribuzione dell’energia ed il carico fiscale. In realtà andrebbero considerati molti altri costi che in molti, però, preferiscono lasciar fuori dal calcolo.


rinnovabili, eolico

Un gruppo di ricercatori tedeschi ha invece ben pensato di metter mano alla calcolatrice e di fare due conti. Il report, presentato dalla tedesca Deutsche Welle, spulcia tutti costi di ogni fonte energetica e, se restituisce alcune conferme, c’è anche qualche sorpresa. Vediamo le fonti energetiche più costose:

Primo posto: il carbone

E così, se ai costi più noti aggiungiamo quelli “nascosti” ovverossia quelli che hanno a che vedere con, ad esempio, sussidi vari e costi sanitari che derivano dall’impatto delle fonti, ecco che al primo posto balza immediatamente il tanto discusso carbone che, lo scorso anno, ha sostenuto circa la metà della produzione energetica degli Stati Uniti. Ogni kW/h prodotto tramite il carbone costa, in media, 0,29 euro.

Secondo posto: il nucleare

Ebbene, anche il secondo posto costituisce una conferma, assegnato all’energia nucleare. Il costante rischio, di cui l’ultimo clamoroso evento è costituito da Fukushima, e l’altissimo costo impiantistico risultano in una media di 20 centesimi per kWh.

Terzo Posto: il fotovoltaico

La sorpresa, invece, è costituita dall’energia solare, con un costo medio di 18 centesimi per kWh. Se una delle fonti energetiche simbolo della rivoluzione ecologica risulta tra le più costose lo si deve proprio, paradossalmente, ad un suo alto livello di impatto sull’ambiente. Al di là delle polemiche dovute agli enormi investimenti sui parchi solari e del loro impatto sul paesaggio e sulla biodiversità, va anche detto che, il silicio (il materiale di cui sono costituiti i pannelli) è pur sempre un minerale che viene estratto con le solite pratiche distruttive del sottosuolo (e conseguenti scarti estremamente dannosi per l’ecosistema). Bisogna poi considerare gli alti costi previsti per lo smaltimento dei pannelli stessi.

La fonte meno costosa: l'eolica

L’energia rinnovabile si prende la sua rivincita piazzando al primo posto per le fonti meno costose l’energia eolica. L’elettricità prodotta sfruttando l’azione del vento risulta essere quella a più basso impatto ambientale, oltre che la meno costosa (7 centesimi per kWh). Una vittoria schiacciante per le turbine che stanno pian piano popolando i paesaggi di mezzo mondo.

Viene da chiedersi che tipo di calcoli effettua chi prende decisioni che finiscono con il favorire questa o quella fonte energetica. Quando si parla di costi, di quali costi vigliamo tener conto? Si può davvero continuare a tener fuori le conseguenze ambientali e sulla salute dei processi produttivi ed energetici dal calcolo delle spese che sosteniamo?   


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