Serve classe, soprattutto se si parla di case. Parliamo di quella
energetica, dalla G alla A, man mano che aumenta l’isolamento e
l’efficienza del singolo edificio.
Ci siamo chiesti quale sia la
condizione del patrimonio immobiliare regionale visto che gli interventi
per migliorare l’isolamento degli edifici potrebbero offrire alle
imprese del settore spazi importanti, vista anche la forte frenata del
comparto edilizio messo alle strette dalla crisi e dal fatto che abbiamo
esagerato nella prima decade del nuovo millennio edificando ben più del
necessario.

Dati ufficiali non ne abbiamo ottenuti. Avevamo
contattato l’Ares (Agenzia regionale per l’edilizia sostenibile) che si
occupa tra l’altro anche di raccogliere e verificare le certificazioni
energetiche inviate dai certificatori.
Purtroppo, come ci ha scritto
molto gentilmente Fabrizio Luches, amministratore unico dell’agenzia,
gli unici due dipendenti che potevano fornire i dati richiesti erano in
ferie per l’intera settimana, dovendo smaltire le ferie arretrate
dell’anno precedente.
Gli annunci parlano chiaro
Non
è difficile tuttavia immaginare quale sia la condizione dei nostri
immobili: basta dare un’occhiata agli annunci immobiliari che, dopo
l’entrata in vigore del decreto legislativo 192 del 2005,- obbliga
finalmente chi costruisce ex novo o vende a dotare l’edificio
dell’attestato di certificazione energetica. La stragrande maggioranza
degli annunci esibisce una classe di efficienza molto bassa, spesso la
G, l’ultima disponibile e riservata a immobili che consumano oltre i 121
chilowatt ora al metro quadrato, ma non è raro leggere proposte per
appartamenti o case con consumi di 160-170 chilowatt. Rari gli edifici
in classe C, rarissimi quelli in classe B o A, solitamente nuove
costruzioni in attesa del primo proprietario.
Fattore sotto stimato
In
molti pensano che lo scarso isolamento sia appannaggio soltanto degli
edifici più vetusti o, per lo meno, di quelli costruiti fino al 2000.
Purtroppo si sbagliano. Salvo rare e lodevoli eccezioni prima
dell’entrata in vigore delle nuove norme, sono sorti come funghi interi
quartieri dove, in nome della speculazione edilizia più sfrenata, è
stata riservata ben poca attenzione alla qualità costruttiva e
all’isolamento, con il solo risultato di scatenare una conflittualità
legale destinata a protrarsi per lungo tempo.
C’è però anche un
problema , tutto culturale, da superare: quando si tratta di comprare
casa, non riserviamo la dovuta attenzione alla sua efficienza
energetica, salvo poi andare in contro a sgradite sorprese, che si
tratti di bollette incredibilmente alte o di dover fare i conti con
ambienti insalubri. Prestare più attenzione all’isolamento
dell’involucro e alla qualità dei serramenti, anziché alla bellezza
delle finiture eviterà parecchi grattacapi.
(Fonte: ilfriuli.it)