OFFERTA CERTIFICAZIONE ENERGETICA

giovedì 11 gennaio 2018

COSA INCIDE SUL COSTO DI UN ATTESTATO DI PRESTAZIONE ENERGETICA

Partiamo dal principio...quanto tempo ci vuole a fare un APE
Prima di parlare del prezzo, bisogna fare una piccola premessa sui tempi tecnici necessari per emettere un Attestato di Prestazione Energetica: trattandosi di un servizio, dove non ci sono costi “materiali”, è infatti il tempo impiegato dal tecnico la voce di costo prevalente. Generalmente il certificatore energetico divide il lavoro in due fasi: sopralluogo e calcolo in ufficio.

La prima fase inizia da un primo contatto telefonico: possiamo considerare una prima ora di lavoro dedicata alla fase di preventivo e definizione del costo nei casi non standard, uno o più contatti telefonici per dubbi e domande e per fissare un appuntamento per il sopralluogo, la preparazione del materiale per il sopralluogo: schede rilievo, incarico da far firmare ecc. Per il sopralluogo possiamo considerare un tempo medio di 2 ore, inclusi il tempo per procurarci la planimetria catastale, i tempi di trasferta per raggiungere l’immobile e il sopralluogo vero e proprio (poi dipende sempre da quanto è grande l’immobile da certificare). La fase di sopralluogo serve per prendere le misure necessarie al ridisegno corretto del vostro appartamento e per studiare le caratteristiche di muri, finestre e solai e per analizzare i vostri impianti termici: riscaldamento, acqua calda e raffrescamento per il periodo estivo.
La seconda parte del lavoro avviene in ufficio, e comprende il calcolo della prestazione energetica e l’emissione dell'A.P.E.: la cui tempistica varia a seconda dell’immobile e della sua complessità.
In questa fase tutte le informazioni raccolte sull’immobile vengono elaborate con l’aiuto di un software di calcolo della prestazione energetica.
Dopo aver esportato i dati di calcolo e verificati i dati, si procede con la registrazione del certificato: a questo punto verrà rilasciato il codice che ne identifica la corretta registrazione e sarà valido per tutti gli usi previsti a norma di legge.
A questi tempi medi si aggiungono i tempi “tecnici” che non riguardano il singolo attestato ma l’attività in sé: installazione e aggiornamento dei software di calcolo, tempi per aggiornamento e informazione costante (ogni volta che esce una nuova norma, che si aggiorna una legge, che si aggiorna il software), tempi per migliorare i nostri moduli interni (es. scheda rilievo, moduli di incarico ecc.), tempi per gli aspetti commerciali, promozionali e di comunicazione.

Cosa incide inoltre sul costo dell’APE?
Alcuni aspetti che possono incidere sul costo complessivo di un Attestato di Prestazione Energetica, perché possono allungare anche di tanto i tempi per elaborarlo ed emetterlo, sono:
  • Tipologia dell’immobile. A seconda della destinazione d’uso dell’immobile il metodo di calcolo può essere più o meno complicato; ad esempio per il non residenziale bisogna tenere conto di elementi che per il calcolo di un appartamento residenziale non vengono contemplati, come ad esempio l’illuminazione.
  • Dimensione e l’articolazione della vostra casa può impattare sul prezzo perché una casa indipendente su più piani è molto più lungo di quello di un bilocale, sia per il tempo del sopralluogo, dove si prenderanno molte più misure, che per la più complesso ridisegno dell'immobile.
  • Ventilazione, illuminazione, trasporti. Se nel vostro edificio è presente la ventilazione meccanica controllata e/o unità trattamento aria, il calcolo sarà più complesso perché bisogna calcolare tutti i ricambi d’aria a seconda della destinazione d’uso. Per le destinazioni d’uso non residenziali, se presenti, bisogna calcolare l’energia consmata per l’illuminazione e i trasporti interni, come per esempio un ascensore o scale mobili che possiamo trovare all’interno dei negozi
  • Distanza. Fare un certificato a Bologna o farlo per un comune dell’appennino ha per noi tempi, e costi, molto diversi: per un servizio così “veloce” e a basso costo come la certificazione energetica i tempi e i costi di trasferta incidono molto sul totale.
  • Urgenza. Di norma per l’emissione di un certificato ci teniamo dagli 8 ai 10 giorni lavorativi, in modo da poter fissare sopralluoghi in luoghi vicini nello stesso giorno e pianificare al meglio le nostre attività. Se c’è un’urgenza particolare, però, possiamo consegnarvi il vostro APE nel giro di pochi giorni o, in casi estremi, di poche ore, anteponendolo a tutti i lavori già in corso. Questo, ovviamente, si paga.

Qual è il giusto prezzo per un attestato di Prestazione energetica? Alla luce di quanto detto finora, il costo per me ottimale di partenza è di €. 150,00.,  più IVA a cui vanno poi sommati i tributi che la Regione chiede per ogni APE registrato.
E chi fa pagare un APE molto meno? Il tema negli anni passati è stato spesso di grande attualità, con l’apice raggiunto con gli APE su Groupon a €. 49,00. IVA inclusa (dei quali al tecnico arrivavano poco più di €. 20,00. a certificato, peraltro). Aldilà di questo caso estremo, in cui chi ha aderito ha lavorato gratis, o forse in perdita contando i costi di trasferta, sperando di usare la certificazione energetica come “amo” per attirare il cliente e vendergli altri servizi, esistono ancora tecnici (sempre meno), o più spesso società che operano a livello nazionale che continuano a proporre l’APE a prezzi stracciati.
Vendono lo stesso servizio? No. L’APE che consegnano è “vero”, ma i dati che contiene spesso non sono quelli della casa da certificare. E’ un foglio di carta che non dice niente del vostro immobile, e pagarlo €. 50,00./70,00. o magari €. 100,00. è comunque molto, per il modo in cui viene emesso. 
Per fare prezzi molto bassi, in certi casi, il certificatore energetico non fa nemmeno il sopralluogo: questo è illegale ai sensi della legislazione regionale in materia, e il tecnico che firma può essere richiamato, o sospeso, dal proprio albo o ordine professionale.
Altri modi per risparmiare tempo, e vendere l’APE a un prezzo molto basso, sono fare sì un sopralluogo veloce, ma a questo far seguire un calcolo “sommario”, in cui tante informazioni relative al vostro immobile non vengono inserite. Anche un “profano” di certificazione energetica, sfogliando un APE di questa tipologia, noterà descrizioni di muri e impianti diversi da quelli del proprio immobile, e quindi la classe assegnata perde completamente di valore.
Infine, facendosi pagare poco, il tecnico tende a sparire una volta consegnato l’APE (si spera non prima!): se mesi o anni dopo servono modifiche, copie o originali bisogna rifare tutto da capo perché non c’è un tecnico di riferimento, locale, a cui chiedere informazioni.
Contando quindi che si parla di differenze di decine di euro su un documento che vale 10 anni, e che potrebbe essere necessario riprendere e aggiornare nel corso del tempo, occorre valutare bene se puntare più al risparmio immediato o all’affidabilità.




domenica 7 gennaio 2018

...RIFLESSIONI DI UN TECNICO SUGLI ATTESTATI DI PRESTAZIONE ENERGETICA

Credo in molti si saranno già chiesti quale possa essere la reale situazione italiana in merito alle migliaia di certificazioni energetiche di unità immobiliari, ora chiamate attestati di prestazione energetici (APE), obbligatoria in caso di compravendita e di affitto di un immobile … Purtroppo non positiva ...

Questa attività viene spesso sottostimata, considerata una fastidiosa e incomprensibile routine. Non parliamo poi degli scarsi controlli in vigore, che hanno fatto proliferare consulenze online a prezzi stracciati e ingiustificabili. In Liguria, dove sono residente e lavoro, previo versamento di 20 euro ad APE, hanno da poco instituito un controllo random sugli attestati emessi, diciamo che qualcosa in questa direzione si sta facendo.
Bisogna anche dire un’altra cosa, grazie alle modifiche apportate alla normativa di certificazione degli edifici e l’aumento della complessità di questa attività , credo che una parte di questi problemi si sia già risolta in quanto per redigere oggi in Liguria un certificato che abbia un senso logico, sono necessarie conoscenze molto specifiche della materia. Trovo complesso elaborare un documento conforme agli standard di controllo attualmente in vigore.
Attualmente la norma prevede che ogni immobile, in caso di compravendita o di affitto, debba avere un certificato energetico (Ape) relativo all’energia necessaria a raggiungere le condizioni di comfort per il riscaldamento invernale e alla la produzione di acqua calda sanitaria, valori espressi in termini di kWh/mq per anno.
In riferimento alle altre specifiche caratteristiche della casa (sistemi ad energia rinnovabile, termoregolazione del calore, coibentazioni particolari), il certificato esprime una valutazione complessiva della “qualità energetica” dell’abitazione, con una lettera che va dalla A4 (migliore) alla G (peggiore)… Indicativamente è la stessa cosa che avviene per gli elettrodomestici.
Fino al 2012 il proprietario della casa aveva la possibilità di autocertificare la propria abitazione nella classe energetica più bassa (classe G), ora non è più possibile in quanto è obbligatorio farsi rilasciare l’APE un tecnico abilitato che, obbligatoriamente, deve fare un sopralluogo nell’abitazione e prendere personalmente i dati necessari per eseguire la certificazione dell’immobile.
Tutti gli annunci immobiliari devono contenere la classe energetica dell’appartamento messo in vendita o in locazione, pena una multa salata …
L’idea di base (voglio mantenere un punto di vista ottimistico della situazione) era di permettere ai consumatori/acquirenti di immobili di poter considerare, nella scelta delle abitazioni, anche i consumi energetici (fattore che peserà significativamente gli anni in cui verrà abitata la casa), in modo da poter fare una prima valutazione verso appartamenti più “risparmiosi”, deprezzando quelli “energeticamente disastrosi”, situazione che, secondo il legislatore, avrebbe dovuto a sua volta generare una spinta dei proprietari a fare ristrutturazioni energetiche …
Lo stato di fatto delle cose fa purtroppo capire che chi vende o compra non sembra minimamente preoccupato dall’offrire o interessarsi a immobili-colabrodo che moltiplicheranno le spese per climatizzazione ed acqua calda nei decenni successivi. Basterebbe farsi due conti … Generalmente chi acquista un’auto, uno sguardo ai consumi lo da …
Con internet sempre più persone cercano e soprattutto trovano annunci in evidenza di società che offrono certificazioni “online” a prezzi stracciati, fra i 39 e i 69 euro, mentre il prezzo medio di una certificazione, secondo l’ordine degli ingegneri, e secondo il buon senso, si dovrebbe aggirare intorno ai 150-200 euro iva esclusa.
Ma come fanno a pubblicizzare prezzi così bassi? Per capirlo basta contattarli e fare qualche domanda di approfondimento …
Generalmente chiedono la planimetria della casa, o addirittura anche solamente i dati catastali, in linea generale il tipo di impianto di riscaldamento e di acqua calda sanitaria e una “descrizione” degli infissi, promettendo la consegna dell’APE firmsto da tecnico abilitato in pochi giorni.
Provate a chiedergli del sopralluogo … Troverete risposte molto variegate.
A parte il fatto che il sopralluogo è obbligatorio, la muratura andrebbe verificata, almeno nello spessore, verificare se sono stati fatti interventi di efficientamento energetico con isolanti (spesso diventa un controllo documentale delle certificazioni dei lavori), le misure delle finestre, il tipo di infisso e di vetro, lo stato dell’impianto di riscaldamento, la verifica sui controlli periodici previsti per legge per la caldaia (altrimenti l’APE scade) … Certificare senza visitare non la ritengo una buona cosa, toglie lavoro ai professionisti che fanno le cose in maniera etica e professionale. Vedremo se funzioneranno i nuovi controlli.
La certificazione è una attività seria, di cui il professionista si prende la responsabilità; è anche vero che quest’ultimo deve essere messo nelle condizioni di lavorare in modo opportuno: non la si può fare senza muoversi dall’ufficio e basandosi solo sulle dichiarazioni del proprietario …
In ogni certificato il tecnico abilitato deve anche fornire consigli su come migliorarne la situazione energetica dell’immobile visitato, facendo una sorta di preventivo fra costi di alcuni interventi e risparmi che genererebbero. Questa attività serve per offrire al richiedente e all’acquirente dell’immobile una prospettiva di interventi atti a ridurre i consumi energetici.
Concludo con un mio pensiero: l’introduzione della certificazione energetica ha un estremo valore, probabilmente però estenderla anche agli alloggi in affitto, causando l’elevato numero di richieste, ed estendendo la possibilità di redazione ad una più ampia tipologia di professionisti, non tutti giustamente preparati sull’argomento specifico, hanno contribuito fortemente al raggiungimento della situazione attuale.
Ritengo importante lo scopo di questo mio articolo, che non rappresenta assolutamente uno sfogo verso l’irregolarità, ma un qualcosa di costruttivo per fornire più sensibilità all’argomento per gli acquirenti o affittuari che si trovano a dover fare delle scelte.
(Fonte: lucamarcenaro.it)



lunedì 1 gennaio 2018

DETRAZIONI PER LA CASA 2018: LE NOVITA'

È stato prorogato per il 2018 “l’Ecobonus” per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici che permette una detrazione del 65 per cento delle spese relative ai lavori effettuati per migliorare l’efficienza energetica delle unità immobiliari considerate singolarmente.


La detrazione per risparmio energetico spetta anche ai lavori al condominio, quindi effettuati su parti condominiali, con aliquote di detrazione più elevate, fissate al 70 per cento in caso di lavori relativi all’involucro dell’edificio superiore al 25 per cento della superficie lorda, al 75 per cento per gli interventi di miglioramento della prestazione energetica invernale ed estiva.

Inoltre, sempre per il 2018, viene confermato il bonus ristrutturazioni, l’agevolazione fiscale per gli immobili oggetto di lavori di ristrutturazione edilizia e recupero del patrimonio edilizio. Anche nel 2018 per queste spese è prevista una detrazione del 50 per cento per le spese relative alla ristrutturazione edilizia.

Prevista anche il 2018 la detrazione sempre al 50 per cento per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici aventi elevate prestazioni energetiche funzionali all’arredamento dell’immobile ristrutturato.

A tali buone notizie si accompagna una meno piacevole e cioè la riduzione della detrazione al 50 per cento (prima fissata al 65 per cento) per le spese di acquisto di finestre, schermature, caldaie a condensazione e a biomassa.  Tali interventi, finalizzati al risparmio energetico, vengono penalizzati con una diminuzione della percentuale di detrazione in quanto non relative ad interventi radicali sull’edificio.
(fonte: job.fanpage.it)