Questa attività viene spesso sottostimata,
considerata una fastidiosa e incomprensibile routine. Non parliamo poi degli
scarsi controlli in vigore, che hanno fatto proliferare consulenze online a
prezzi stracciati e ingiustificabili. In Liguria, dove sono residente e lavoro,
previo versamento di 20 euro ad APE, hanno da poco instituito un controllo
random sugli attestati emessi, diciamo che qualcosa in questa direzione si sta
facendo.
Bisogna anche dire un’altra cosa, grazie
alle modifiche apportate alla normativa di certificazione degli edifici e
l’aumento della complessità di questa attività , credo che una parte di questi
problemi si sia già risolta in quanto per redigere oggi in Liguria un
certificato che abbia un senso logico, sono necessarie conoscenze molto
specifiche della materia. Trovo complesso elaborare un documento conforme agli
standard di controllo attualmente in vigore.
Attualmente la norma prevede che ogni
immobile, in caso di compravendita o di affitto, debba avere un certificato
energetico (Ape) relativo all’energia necessaria a raggiungere le condizioni di
comfort per il riscaldamento invernale e alla la produzione di acqua calda
sanitaria, valori espressi in termini di kWh/mq per anno.
In riferimento alle altre specifiche
caratteristiche della casa (sistemi ad energia rinnovabile, termoregolazione
del calore, coibentazioni particolari), il certificato esprime una valutazione
complessiva della “qualità energetica” dell’abitazione, con una lettera che va
dalla A4 (migliore) alla G (peggiore)… Indicativamente è la stessa cosa che
avviene per gli elettrodomestici.
Fino al 2012 il proprietario della casa
aveva la possibilità di autocertificare la propria abitazione nella classe
energetica più bassa (classe G), ora non è più possibile in quanto è
obbligatorio farsi rilasciare l’APE un tecnico abilitato che,
obbligatoriamente, deve fare un sopralluogo nell’abitazione e prendere
personalmente i dati necessari per eseguire la certificazione dell’immobile.
Tutti gli annunci immobiliari devono
contenere la classe energetica dell’appartamento messo in vendita o in
locazione, pena una multa salata …
L’idea di base (voglio mantenere un punto
di vista ottimistico della situazione) era di permettere ai
consumatori/acquirenti di immobili di poter considerare, nella scelta delle
abitazioni, anche i consumi energetici (fattore che peserà significativamente
gli anni in cui verrà abitata la casa), in modo da poter fare una prima
valutazione verso appartamenti più “risparmiosi”, deprezzando quelli
“energeticamente disastrosi”, situazione che, secondo il legislatore, avrebbe
dovuto a sua volta generare una spinta dei proprietari a fare ristrutturazioni
energetiche …
Lo stato di fatto delle cose fa purtroppo
capire che chi vende o compra non sembra minimamente preoccupato dall’offrire o
interessarsi a immobili-colabrodo che moltiplicheranno le spese per
climatizzazione ed acqua calda nei decenni successivi. Basterebbe farsi due
conti … Generalmente chi acquista un’auto, uno sguardo ai consumi lo da …
Con internet sempre più persone cercano e
soprattutto trovano annunci in evidenza di società che offrono certificazioni
“online” a prezzi stracciati, fra i 39 e i 69 euro, mentre il prezzo medio di
una certificazione, secondo l’ordine degli ingegneri, e secondo il buon senso,
si dovrebbe aggirare intorno ai 150-200 euro iva esclusa.
Ma come fanno a pubblicizzare prezzi così
bassi? Per capirlo basta contattarli e fare qualche domanda di approfondimento
…
Generalmente chiedono la planimetria della
casa, o addirittura anche solamente i dati catastali, in linea generale il tipo
di impianto di riscaldamento e di acqua calda sanitaria e una “descrizione”
degli infissi, promettendo la consegna dell’APE firmsto da tecnico abilitato in
pochi giorni.
Provate a chiedergli del sopralluogo …
Troverete risposte molto variegate.
A parte il fatto che il sopralluogo è
obbligatorio, la muratura andrebbe verificata, almeno nello spessore,
verificare se sono stati fatti interventi di efficientamento energetico con
isolanti (spesso diventa un controllo documentale delle certificazioni dei
lavori), le misure delle finestre, il tipo di infisso e di vetro, lo stato
dell’impianto di riscaldamento, la verifica sui controlli periodici previsti
per legge per la caldaia (altrimenti l’APE scade) … Certificare senza visitare
non la ritengo una buona cosa, toglie lavoro ai professionisti che fanno le
cose in maniera etica e professionale. Vedremo se funzioneranno i nuovi
controlli.
La certificazione è una attività seria, di
cui il professionista si prende la responsabilità; è anche vero che
quest’ultimo deve essere messo nelle condizioni di lavorare in modo opportuno:
non la si può fare senza muoversi dall’ufficio e basandosi solo sulle
dichiarazioni del proprietario …
In ogni certificato il tecnico abilitato
deve anche fornire consigli su come migliorarne la situazione energetica
dell’immobile visitato, facendo una sorta di preventivo fra costi di alcuni
interventi e risparmi che genererebbero. Questa attività serve per offrire al
richiedente e all’acquirente dell’immobile una prospettiva di interventi atti a
ridurre i consumi energetici.
Concludo con un mio pensiero:
l’introduzione della certificazione energetica ha un estremo valore,
probabilmente però estenderla anche agli alloggi in affitto, causando l’elevato
numero di richieste, ed estendendo la possibilità di redazione ad una più ampia
tipologia di professionisti, non tutti giustamente preparati sull’argomento specifico,
hanno contribuito fortemente al raggiungimento della situazione attuale.
Ritengo importante lo scopo di questo mio
articolo, che non rappresenta assolutamente uno sfogo verso l’irregolarità, ma
un qualcosa di costruttivo per fornire più sensibilità all’argomento per gli
acquirenti o affittuari che si trovano a dover fare delle scelte.
(Fonte: lucamarcenaro.it)
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