Legambiente. Classe A obbligatoria per tutti i nuovi edifici
Tra il 2000 e il 2010 i consumi legati all’edilizia sono quelli
maggiormente cresciuti in italia e rappresentano complessivamente circa
il 53% dei consumi elettrici e il 35% di quelli energetici totali.
Diventa dunque importantissimo intervenire nel settore edilizio, se
si vuole invertire questa situazione e ridurre le emissioni di co2.
Nel Rapporto Tutti in classe A Legambiente propone l’analisi
termografica del patrimonio italiano, il punto sul quadro normativo e
alcune proposte.
“Il nostro obiettivo è sia di mostrare i vantaggi di un edificio “ben
costruito” che di denunciare quelli fatti male. Perché oggi non esiste
alcuna ragione economica o tecnica che possa impedire che tutti i nuovi
edifici siano progettati e costruiti per essere in Classe A di
certificazione energetica, e che possano contare sul contributo di
pannelli solari termici o fotovoltaici, pompe di calore geotermiche o
altri impianti da fonti rinnovabili per arrivare sostanzialmente a
azzerare i consumi energetici. In questi anni sono stati costruiti
centinaia di edifici in classe A ed è dimostrato che l’incidenza sul
costo di costruzione rispetto a un edificio tradizionale varia dal 5 al
10%”.
Per Legambiente ora serve una visione nazionale per guidare
l’innovazione e accompagnare progettisti, costruttori, tecnici con le
competenze necessarie a traguardare la sfida del 2021.
Per farlo, secondo Legambiente, occorre percorrere tre strade in parallelo:
1. Introdurre regole omogenee in tutta italia per la certificazione
e, soprattutto controlli sugli edifici e sanzioni per chi non rispetta
le regole per la progettazione, costruzione, certificazione. Sono circa
1,5 milioni gli attestati di certificazione energetica di edifici in
italia, in un quadro di indicazioni incerte ed autocertificazioni.
regole chiare, controlli, sanzioni sono nell’interesse dei cittadini e
di imprese e progettisti onesti.
2. Stabilire per i nuovi edifici e per le ristrutturazioni edilizie
oltre una certa dimensione lo standard minimo obbligatorio di Classe A.
Chiarire inoltre le modalità di calcolo del contributo delle fonti
rinnovabili, in modo da garantire una riduzione drastica dei consumi da
fonti fossili per il riscaldamento e raffrescamento, e delle bollette,
ma con pari o maggiore comfort.
3. Premiare nelle ristrutturazioni edilizie il miglioramento della
classe energetica di appartenenza, con incentivi in funzione del “salto”
effettuato (ad esempio passando dalla e alla c, dalla D alla B o alla
c, e per chi raggiunge la a), così da dare certezze agli interventi di
riqualificazione energetica di alloggi e edifici attraverso incentivi
specifici che permettano di ampliare il campo delle detrazioni per gli
interventi di efficienza energetica (il 55%).
“Per il nostro paese – conclude l’associazione ambientalista –
investire in manutenzione è un’opportunità per incrociare gli obiettivi
energetici, oggi vincolanti, con quelli (purtroppo non vincolanti e
troppo spesso dimenticati) di messa in sicurezza del patrimonio
edilizio, di adeguamento degli alloggi alle nuove domande delle
famiglie, e magari di maggiore vivibilità di tante periferie”.
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