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lunedì 9 aprile 2018

LA CORREZIONE DEI PONTI TERMICI (seconda parte)


Prodotti specifici per risolvere i ponti termici
Esistono diverse soluzioni innovative per la riduzione dei ponti termici, di seguito ne abbiamo approfondite alcune di particolare interesse.
I materiali isolanti igroscopici
Alcuni materiali isolanti presentano caratteristiche di igroscopicità più elevate rispetto ad altri. L’igroscopicità di un materiale isolante è un fattore molto importante per le applicazioni edilizie poiché permette di assorbire il vapore acqueo sia presente su una parete degradata dalla muffa, sia presente nell’aria dell’ambiente interno.
L’umidità assorbita dal materiale viene poi rilasciata successivamente quando le condizioni diventano più favorevoli (per esempio quando il riscaldamento è acceso oppure quando c’è un adeguato ricambio dell’aria).
Questi materiali sono costituiti principalmente da silicato di calcio. Tali pannelli sono degli isolanti minerali, non fibrosi, a base di idrati di silicato di calcio, calce, sabbia, cemento, acqua e additivi porizzanti (porosità > 95%).
Un pannello in silicato di calcio può assorbire acqua fino a 3 volte il suo peso. Inoltre, grazie alla sua elevata alcalinità (pH > 10), il silicato di calcio può considerarsi un antimuffa naturale per lavori di ristrutturazione sul lato interno delle pareti (o soffitti) sia degli edifici esistenti, sia per le nuove costruzioni. Pertanto è ideale per la correzione dei ponti termici nelle zone molto degradate dalla muffa e in particolar modo dall’umidità da condensa.
Taglio termico del balcone
Si tratta dell’inserimento di uno strato isolante tra il balcone e il solaio interno in modo da poter avere una certa continuità dell’isolamento del muro. In commercio ne esistono di diverse tipologie e di diverso materiale. Alcune tipologie presentano dei ferri per poter permettere la continuità dell’armatura tra il solaio interno e il balcone esterno, mentre in altre è possibile inserire i ferri di armatura dopo l’installazione del taglio termico e prima del getto di calcestruzzo. In generale, per garantire un corretto funzionamento della mensola, in corrispondenza del taglio termico si usano materiali che resistono bene sia alla trazione (armatura in acciaio) sia alla compressione (elementi ad alta densità) fornendo comunque un buon isolamento termico.
Da un punto di vista termico, la soluzione garantisce la riduzione del ponte termico di circa il 70-80% rispetto a una soluzione tradizionale (assenza del taglio termico). In alternativa, è possibile risolvere il problema del ponte termico del balcone “staccandolo” dalla struttura muraria e fissandolo o attraverso tiranti posti sul tetto, oppure attraverso dei pilastri.
Bancale con isolamento termico
Il bancale della finestra è uno dei ponti temici per eccellenza. Ci sono varie tecniche per ridurre questo ponte termico. In commercio esiste un bancale realizzato con un’anima in polistirene circondata da calcestruzzo fibrorinforzato e provvisto di armature tradizionali. Tale soluzione garantisce una riduzione del ponte termico del 50-60% rispetto a un bancale tradizionale.
Rivestimento del bancale
Il “rivestimento del bancale” è una soglia aggiuntiva da appoggiare a quella preesistente avente uno sporto fi no allo spessore dell’eventuale cappotto esterno. Lo sporto ricopre la soglia anche verticalmente in modo da ridurre le dispersioni termiche del ponte termico.
Controtelai passanti
Un’altra tecnica valida per ridurre il ponte termico del bancale è quella di creare un taglio termico nel bancale . Questo può essere ottenuto o attraverso l’inserimento di materiale isolante (il bancale quindi risulta diviso in due parti) o attraverso l’inserimento di un controtelaio con lo stesso scopo dell’isolante ma con caratteristiche di resistenza meccanica superiori.
Cassonetto isolato
Il ponte termico del cassonetto è spesso trascurato non perché le dispersioni siano limitate, ma per incapacità o inesperienza. Le dispersioni termiche in prossimità dei cassonetti (specialmente se non isolati) sono elevate soprattutto se si pensa che lo scopo del cassonetto sia solo quello di ospitare il sistema oscurante. Ci sono sistemi che possono ridurre le dispersioni del cassonetto intervenendo sulla zona interna semplicemente inserendo uno strato di isolante
Materiali iperisolanti
I materiali iperisolanti, rispetto agli isolanti di tipo tradizionale (0,030-0,060 W/mK) hanno la peculiarità di avere una conducibilità termica molto bassa (0,013-0,014 W/mK) con spessori ridotti (0,5-3 cm).
Il superisolamento di tali materiali può essere ottenuto o attraverso l’eliminazione dell’aria all’interno del materiale (in questo caso si parla di pannelli isolanti sottovuoto – Vacuum Insulation Panel, VIP) oppure cercando di intrappolarla in pori di dimensione molto piccola (al fine di limitare fortemente gli scambi termici).
Questa ultima tecnica è utilizzata mediante gli areogel o altri materiali nano-porosi. Questi materiali possono essere usati sia per ridurre le dispersioni sia per correggere eventuali discontinuità termiche (per esempio un ponte termico d’angolo tra due pareti verticali). Nei casi in cui è possibile intervenire solo sul lato interno, l’uso di questi materiali può essere vantaggioso anche in termini di spazio, poiché si otterrebbe un elevato isolamento termico con esigui spessori.
Degrado causato dai ponti termici
I ponti termici influiscono negativamente non solo sui consumi energetici, ma anche sul comfort abitativo. A causa della disomogeneità della distribuzione delle temperature superficiali nell’ambiente abitato, essi determinano, infatti, un abbassamento della temperatura radiante che è un indice del livello di comfort.
La temperatura media radiante può essere definita come la temperatura media delle pareti con le quali il corpo umano scambia energia: più bassa è la temperatura delle pareti e minore è la temperatura media radiante e, di conseguenza, maggiore sarà la quantità di energia che il corpo scambia per irraggiamento verso la parete, aumentando la sensazione “di freddo”.

Ai problemi di comfort termico possono seguire anche quelli igienico-sanitari con la formazione di macchie e muffe. Le muffe e le alghe rappresentano elementi di degrado biologico che si moltiplicano mediante microrganismi presenti nell’aria (spore). La presenza delle impurità presenti sulla pittura delle pareti e dei microorganismi nell’aria, aiutati da sfavorevoli condizioni di temperatura e umidità degli ambienti, ne facilita il proliferare.
Inizialmente il degrado è di tipo estetico con formazione di macchie formate da puntini di colore nero che con il tempo progrediscono fino a diventare vere e proprie aree nere, in corrispondenza del ponte termico tra parete e solaio, in corrispondenza dei ponti termici degli architravi delle finestre e dei davanzali. Il davanzale, solitamente in marmo, presenta una conducibilità termica molto alta (> 2 W/mK) e crea una discontinuità termica nella parete. Anche se il radiatore aiuta ad aumentare la temperatura, quando l’impianto viene spento, a causa dello scarso livello di isolamento associato a un ridotto spessore della nicchia si possono creare le condizioni favorevoli per la formazione di macchie e condense.
A lungo andare le muffe determinano la polverizzazione e sfogliamento dell’intonaco e un odore sgradevole all’interno degli ambienti.
Infine, da non sottovalutare sono i danni strutturali che i ponti termici potrebbero determinare. La disomogenea distribuzione delle temperature all’interno del nodo strutturale può provocare, nei casi più gravi, tensioni interne con conseguente degradazione dei materiali che costituiscono il nodo.
(Fonte:ingegneri.info)


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