Dall’attestato di prestazione energetica, consegnato
all’acquirente, si evince che l’appartamento è in Classe energetica G
Il che comporta un Epi (indice di prestazione
energetica) di 160 kWh/mq annuo con 11 200 kWh/anno di consumo energetico per
il riscaldamento dell’immobile. Consumo di GAS METANO pari a 1143 Nmc.
pari ad una spesa di (dato di Marzo 2012) 940 euro/anno
Se l’appartamento fosse stato:
in Classe energetica F: 120 kWh/mq annuo con 8 400 kWh/anno consumo stimato
di 857 Nmc di metano all’anno con una spesa stimata di 705 euro
all’anno
in Classe energetica E: 90 kWh/mq annuo con 6 300
kWh/anno consumo stimato di 643 Nmc di metano all’anno con una spesa
stimata di 530 euro all’anno
in Classe energetica D: 70 kWh/mq annuo con 4900
kWh/anno consumo stimato di 500 Nmc di metano all’anno con una spesa stimata
di 411 euro all’anno
ANALISI DEL RISULTATO:
La differenza sostanziale, quindi, tra un apprtamento
di 70 mq in Classe energetica “G” ed uno simile, di pari metri quadrati,
in Classe energetica “D” si evidenzia in un risparmio annuo di 529 euro che,
stimando una vita utile di 30 anni, comporta un risparmio di 15870 euro.
▪ Vale la pena acquistare un immobile in
Classe energetica “G”?
▪ Che valore immobiliare dovrebbe avere?
▪ Due immobili uguali ma in classe
energetica differente, posso valere allo stesso modo?
Nel mondo delle valutazioni immobiliari esistono due
modalità per valutare un immobile:
- un metodo sintetico ( è basato sulla confronto e sulla conoscenza del mercato) che normalmente viene usato nelle compravendite dalle agenzie immobiliari;
- un metodo più specifico, detto analitico, basato sull’ipotesi che l’immobile sia in grado di fornire perpetuamente un reddito annuo;
ovvero, in formula:Valore immobile = Redditi annui
/ saggio di capitalizzazione
Quello che noi cerchiamo è il valore di mercato e
supponendo che il saggio di capitalizzazione rimanga invariato prima e dopo
l’intervento perché la sua variazione viene causata da fattori non
riconducibili allo stesso, l’unico elemento che occorre prendere in
considerazione è il reddito che l’immobile è in grado di produrre. Come
facilmente si Verifica, il reddito varia al variare dei costi di
esercizio (tra i quali il costo energetico ha una sua parte) allora possiamo
considerare il risparmio energetico quale incremento del reddito che
otteniamo sul nostro immobile.
Possiamo stimare allora con un esempio pratico,
l’entità del mancato esborso derivante da un intervento di
riqualificazione energetica su una casa di 100mq in classe G che consuma 160
kWh/mq anno di energia primaria(Epi). L’intervento prevede isolamento termico
con cappotto delle pareti esterne e dei solai senza sostituire il generatore di
calore che supponiamo essere una tradizionale caldaia a gas(metano) con
efficienza teorica del 100%. E’ chiaro che in un caso reale la scelta di un
intervento sarà fatta a valle di una diagnosi energetica o audit
energetico dell’immobile.
I costi di isolamento dell’involucro per passare da
involucro classe G a classe C Epi stimati(50 kWh/mq annui) sono pari a
quanto segue -> 50€/mq x 180 mq = 9000 €
La riduzione dei consumi e quindi il mancato esborso
viene riportato nella seguente tabella:
Capitalizzando il mancato esborso si avrà (tasso 2,5
%) = 939/2,5% = Incremento di valore dell’immobile = €.37560
Per rispondere all’ultimo quesito ovvero al tempo di
rientro dell’investimento si avra chè l’intervento si ripaga in 9000/939 = 10,6
anni
In caso di accesso alle detrazioni fiscali del 55% il
tempo di rientro si riduce a 4,8 anni. Senza
considerare il maggior comfort ottenuto e la riduzione di gas serra immessi!
CONCLUSIONE:
La certificazione energetica degli edifici non è un
punto di arrivo al quale tendere per documentare il rispetto di una norma, ma
un punto di partenza, uno strumento strategico-gestionale in grado di
supportare le scelte progettuali in vista di un miglioramento delle prestazioni
energetiche complessive del sistema edilizio.
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