Per valutare la prestazione energetica di un
edificio ci affidiamo in genere al calcolo del fabbisogno energetico eseguito
in conformità con le disposizioni di legge e la normativa tecnica.
Ma come è possibile verificare l’esattezza dei
calcoli effettuati?
Quanto sono vicini i risultati dei calcoli alla
prestazione reale dell’edificio?
Esistono metodologie alternative per valutare la
prestazione energetica di un edificio o la validità di un attestato di certificazione
energetica?
Esistono strumenti di controllo con cui i cittadini
possono difendersi autonomamente dalle certificazioni energetiche a basso costo
di dubbia validità?
Uno strumento per verificare la prestazione energetica degli edifici e la
correttezza dei calcoli svolti consiste nella verifica dei consumi reali.
La verifica dei consumi reali non è sufficiente di per sé a definire il
fabbisogno di energia di un edificio, tuttavia può essere di fondamentale
importanza come verifica e base di una diagnosi energetica.
Le esperienze di diagnosi energetica hanno dimostrato come la prestazione energetica
reale di un edificio in genere non si discosta più del 5% dalla prestazione
energetica calcolata.
Il metodo di calcolo di tipo “standard”, usato per le verifiche di legge
e la certificazione energetica, prevede condizioni piuttosto “sfavorevoli” per
il calcolo (ad esempio accensione continua dell’impianto con temperatura di
set-point di 20°C).
Valori di consumi reali significativamente più alti di quelli calcolati,
stanno ad indicare la presenza di problemi o anomalie. Se invece i consumi
reali sono inferiori o vicini a quelli calcolati, non ci sono particolari
problemi.
Le maggiori cause
di una incongruenza tra consumi calcolati e reali possono essere di diversa natura:
-
i calcoli della
prestazione energetica dell’edificio non sono corretti o pur essendo corretti presentano
una difformità significativa rispetto al progetto o a quanto dichiarato sulle
caratteristiche dell’edificio e dell’impianto.
Si verifica ad esempio se é stato
dichiarato in fase di progetto un diverso spessore di isolante delle pareti o
diverse caratteristiche degli apparecchi installati.
-
l’utente non utilizza
nel modo adeguato l’edificio e l’impianto. Esempi di uso non adeguato dell’impianto sono la
regolazione della temperatura di set-point su valori eccessivamente alti oppure
l’accensione intermittente di un impianto di riscaldamento a pannelli radianti.
Un altro problema collegato all’utenza è la presenza di appartamenti non occupati
adiacenti all’appartamento in esame.
-
l’impianto non funziona
correttamente, ad
esempio per il verificarsi di guasti come perdite di combustibile o fluido
termovettore.
Le difformità sono dunque in genere riconducibili a un problema nei
calcoli, nell’utenza o nell’impianto.
La verifica dei consumi è dunque importantissima come giudizio imparziale sui calcoli effettuati. Inoltre, i dati sui consumi possono essere utilizzati per applicare il metodo della “firma energetica”, un metodo di semplice applicazione e utilissimo per l’analisi del comportamento energetico del sistema edificio-impianto in condizioni reali.
La verifica dei consumi è dunque importantissima come giudizio imparziale sui calcoli effettuati. Inoltre, i dati sui consumi possono essere utilizzati per applicare il metodo della “firma energetica”, un metodo di semplice applicazione e utilissimo per l’analisi del comportamento energetico del sistema edificio-impianto in condizioni reali.
Ma cos’è la “firma energetica”? Come si effettua? Come può essere
utilizzata ai fini della diagnosi energetica di un edificio? E’ veramente possibile
utilizzare la firma energetica come strumento di controllo dell’attestato di
certificazione energetica? Presto seguiranno interessanti approfondimenti a
riguardo.