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venerdì 8 giugno 2012

ANCORA SULL'EFFICENZA ENERGETICA


Efficienza energetica e l’edilizia italiana

Casa in classe A ? Ovvio si vive meglio, nessuna, o quasi, dispersione di calore e consumi energetici ridotti, d’estate come d’inverno.
Partendo dal presupposto scritto sopra, in una casa ben progettata, isolata e certificata sono pressoché assenti i ponti termici tra le strutture portanti e in corrispondenza delle superfici balconate o delle soglie delle finestre; ovvio che se mettiamo a confronto gli edifici in classe A con edifici esistenti o, anche nuovi, ma progettati “male”, la differenza si vede e si “sente” eccome.
Tenendo presente poi, che la vivibilità negli edifici è molto importante, in quanto ci passiamo larga parte delle nostre giornate, quindi risulta di fondamentale il modo in cui gli edifici sono progettati e realizzati.
Detto questo, vorrei dire che, non esiste, oggi alcuna ragione, economica o tecnica, che impedisca di realizzare esclusivamente edifici di classe A, che inoltre si avvalgano, poi, anche del contributo di pannelli solari termici o fotovoltaici, o altri impianti da fonti rinnovabili per arrivare sostanzialmente ad azzerare la spesa delle famiglie legata all’energia.
Oltre a segnalare la mia esperienza di certificatore energetico, dove ho visto case nuove “ma nate già vecchie” in cui sono presenti delle “criticità”, vorrei rimarcare l’importanza di saper analizzare i costi e benefici dell’efficienza energetica in edilizia.
A tutto questo c’è da ricordare che alcune problematiche a livello normativo sono ancora aperte e riguardano per lo più la normativa nazionale e la situazione nelle diverse Regioni, rispetto all’applicazione della direttiva europea di riferimento, quindi il quadro non è dei migliori.
Le ragioni di tutta questa criticità, come abbiamo visto, sono molto molteplici, ma sono gli edifici i responsabili principali dei consumi energetici italiani e delle emissioni di CO2.
Leggendo giornali specializzati tra il 2000 e il 2010, i consumi legati all’edilizia sono cresciuti più degli altri e rappresentano complessivamente il 53% dei consumi elettrici e il 35% di quelli energetici totali.
È dunque importantissimo (se non fondamentale) intervenire in questo settore, se si vuole invertire la situazione e ridurre le emissioni di CO2.
A livello europeo dal 1 gennaio 2021 tutti i nuovi edifici, sia pubblici che privati, dovranno essere “neutrali” da un punto di vista energetico, ossia garantire prestazioni di rendimento dell’involucro tali da non aver bisogno di apporti per il riscaldamento e il raffrescamento oppure di soddisfarli attraverso le fonti rinnovabili.
Bisognerebbe quindi che il governo, le regioni e i comuni accompagnino con regole chiare e controlli la riqualificazione energetica, quindi si devono aumentare progressivamente le prestazioni energetiche e il contributo delle fonti rinnovabili, perché è possibile ridurre fino ad azzerare i consumi delle case in cui viviamo.  Scegliere questa strada è la migliore risposta alla crisi economica e per rilanciare il settore delle costruzioni, e una battaglia nell’interesse dei cittadini che hanno il diritto di abitare in case a bollette zero”.
Il vero campo d’intervento, se si vuole ripensare la qualità dell’abitare e consumi energetici del patrimonio edilizio italiano è rappresentato dagli edifici costruiti dopo il 1950.
Si può stimare, infatti, che gran parte degli edifici in Italia siano stati costruiti tra il 1945 e il 1990 e il 30% è in condizioni pessime o mediocri, e che mostrano difetti di dispersione energetica che erano prevedibili in immobili costruiti spesso di fretta, con materiali scadenti e poca attenzione al risparmio energetico; teniamo presente che è in edifici costruiti in questi anni che vive larga parte dei cittadini italiani. A
In un periodo di crisi come quello che attraversa il mercato immobiliare italiano, lo sforzo d’innovazione proposto dall’Unione Europea apre nuove prospettive di sviluppo e rappresenta un’occasione da non perdere, nell’interesse del Paese.  È un’opportunità che va colta fino in fondo, per arrivare ad azzerare le bollette delle famiglie, per creare lavoro.
Come fare ? In primo luogo introducendo regole omogenee in tutta Italia per la certificazione e, soprattutto controlli sugli edifici e sanzioni per chi non rispetta le regole; poi stabilendo per i nuovi edifici e per le ristrutturazioni edilizie oltre una certa dimensione lo standard minimo obbligatorio di Classe A, in modo da garantire una riduzione drastica dei consumi da fonti fossili per il riscaldamento e raffrescamento delle case, ma con pari o maggiore comfort; infine premiando nelle ristrutturazioni edilizie il miglioramento della classe energetica di appartenenza (ad esempio per chi passa dalla E alla C o alla B, per chi raggiunge la A).

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