Efficienza energetica e
l’edilizia italiana
Casa in classe A ? Ovvio si vive meglio, nessuna,
o quasi, dispersione di calore e consumi energetici ridotti, d’estate come
d’inverno.
Partendo dal
presupposto scritto sopra, in una casa ben progettata, isolata e certificata
sono pressoché assenti i ponti termici tra le strutture portanti e in
corrispondenza delle superfici balconate o delle soglie delle finestre; ovvio
che se mettiamo a confronto gli edifici in classe A con edifici esistenti o,
anche nuovi, ma progettati “male”, la differenza si vede e si “sente” eccome.
Tenendo presente
poi, che la vivibilità negli edifici è molto importante, in quanto ci passiamo
larga parte delle nostre giornate, quindi risulta di fondamentale il modo in
cui gli edifici sono progettati e realizzati.
Detto questo,
vorrei dire che, non esiste, oggi alcuna ragione, economica o tecnica, che
impedisca di realizzare esclusivamente edifici
di classe A, che inoltre si avvalgano, poi, anche del contributo di
pannelli solari termici o fotovoltaici, o altri impianti da fonti rinnovabili
per arrivare sostanzialmente ad azzerare la spesa delle famiglie legata
all’energia.
Oltre a
segnalare la mia esperienza di certificatore energetico, dove ho visto case
nuove “ma nate già vecchie” in cui sono presenti delle “criticità”, vorrei
rimarcare l’importanza di saper analizzare i costi e benefici dell’efficienza energetica in edilizia.
A tutto
questo c’è da ricordare che alcune problematiche a livello normativo sono
ancora aperte e riguardano per lo più la normativa nazionale e la situazione
nelle diverse Regioni, rispetto all’applicazione della direttiva europea di
riferimento, quindi il quadro non è dei migliori.
Le ragioni di
tutta questa criticità, come abbiamo visto, sono molto molteplici, ma sono gli
edifici i responsabili principali dei consumi energetici italiani e delle
emissioni di CO2.
Leggendo
giornali specializzati tra il 2000 e il 2010, i consumi legati all’edilizia
sono cresciuti più degli altri e rappresentano complessivamente il 53% dei
consumi elettrici e il 35% di quelli energetici totali.
È dunque
importantissimo (se non fondamentale) intervenire in questo settore, se si
vuole invertire la situazione e ridurre le emissioni di CO2.
A livello
europeo dal 1 gennaio 2021 tutti i nuovi
edifici, sia pubblici che privati, dovranno essere “neutrali” da un
punto di vista energetico, ossia garantire prestazioni di rendimento
dell’involucro tali da non aver bisogno di apporti per il riscaldamento e il
raffrescamento oppure di soddisfarli attraverso le fonti rinnovabili.
Bisognerebbe
quindi che il governo, le regioni e i comuni accompagnino con regole chiare e
controlli la riqualificazione
energetica, quindi si devono aumentare progressivamente le prestazioni
energetiche e il contributo delle fonti rinnovabili, perché è possibile ridurre
fino ad azzerare i consumi delle case in cui viviamo. Scegliere questa strada è la migliore risposta
alla crisi economica e per rilanciare il settore delle costruzioni, e una
battaglia nell’interesse dei cittadini che hanno il diritto di abitare in case
a bollette zero”.
Il vero
campo d’intervento, se si vuole ripensare la qualità dell’abitare e consumi
energetici del patrimonio edilizio italiano è rappresentato dagli edifici
costruiti dopo il 1950.
Si può stimare,
infatti, che gran parte degli edifici in Italia siano stati costruiti tra il
1945 e il 1990 e il 30% è in condizioni pessime o mediocri, e che mostrano
difetti di dispersione energetica che erano prevedibili in immobili costruiti
spesso di fretta, con materiali scadenti e poca attenzione al risparmio
energetico; teniamo presente che è in edifici costruiti in questi anni che vive
larga parte dei cittadini italiani. A
In un
periodo di crisi come quello che attraversa il mercato immobiliare italiano, lo
sforzo d’innovazione proposto dall’Unione Europea apre nuove prospettive di
sviluppo e rappresenta un’occasione da non perdere, nell’interesse del Paese. È un’opportunità che va colta fino in fondo,
per arrivare ad azzerare le bollette delle famiglie, per creare lavoro.
Come fare ? In
primo luogo introducendo regole omogenee in tutta Italia per la certificazione e, soprattutto
controlli sugli edifici e sanzioni per chi non rispetta le regole; poi
stabilendo per i nuovi edifici e per le ristrutturazioni edilizie oltre una
certa dimensione lo standard minimo obbligatorio di Classe A, in modo da
garantire una riduzione drastica dei consumi da fonti fossili per il
riscaldamento e raffrescamento delle case, ma con pari o maggiore comfort;
infine premiando nelle ristrutturazioni edilizie il miglioramento della classe
energetica di appartenenza (ad esempio per chi passa dalla E alla C o alla B,
per chi raggiunge la A).
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