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lunedì 27 agosto 2012

OLIMPIADI........

In periodo di olimpiadi, il nostro paese strappa un terzo posto per i risultati ottenuti in termini di efficienza energetica, tra i grandi paesi industrializzati del pianeta.

Lo studio, effettuato dall’American Council for an Energy-Efficient Economy (ACEEE), organizzazione no-profit attiva da ormai più di trent’anni nell’analisi delle politiche energetiche statunitensi, è il primo nel suo genere.
Sotto la lente d’ingrandimento dei ricercatori dell’ACEEE sono finiti i grandi paesi industrializzati del globo: Australia, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, Giappone, Italia, Unione europea, Regno Unito, Russia e Stati Uniti. Queste dodici economie rappresentano complessivamente il 78% del PIL mondiale, il 63% del consumo globale di energia e il 62% delle emissioni mondiali di anidride carbonica equivalente.

Gli sforzi dei Paesi sotto esame sono stati misurati in base a 27 diversi parametri suddivisi in quattro macro-categorie: trasporti, settore industriale, costruzioni e, infine, un valore unitario relativo ad aspetti trasversali di utilizzo di energia a livello nazionale.
Il sistema di classificazione utilizzato da ACEEE è abbastanza complesso e, oltre a tenere conto delle variabili relative alla performance ottenute nei vari settori (si parla dunque di grandezze numeriche stimabili), tiene anche in considerazione il quadro normativo-regolamentare di ogni paese (standard di controllo di consumi  ed emissioni per i veicoli, standard di efficienza energetica per gli elettrodomestici, presenza di  obiettivi nazionali di risparmio energetico, ecc.).
La classifica generale che viene fuori dal report è la seguente (clicca sulla mappa per zoommare)

Primo posto per il Regno Unito, seguito da Francia ed Italia.
A dire il vero, come l'immagine evidenzia in maniera abbastanza chiara, i risultati raggiunti non sono comunque entusiasmanti. Il Regno Unito si accaparra infatti il primo posto nella graduatoria stilata ottenendo un misero risultato complessivo di 67 punti sui 100 previsti. Le altre hanno fatto, ovviamente, peggio.

Lo studio evidenzia in maniera brusca il ritardo dei paesi d’oltreoceano rispetto a quelli del vecchio continente nel compiere passi verso una riforma strutturale e programmatica che possa favorire la transizione dei propri impianti produttivi verso sistemi più efficienti. I ricercatori dell’ACEEE punzecchiano in particolare gli Stati Uniti e si chiedono, considerando l’efficienza energetica un valore aggiunto che sta già determinando le posizioni dominanti sul mercato, come si possa prevedere che gli USA mantengano una posizione privilegiata quando spendono ed impiegano molto di più per ottenere gli stessi risultati che i loro “cugini” europei ottengono con notevoli risparmi energetici (e quindi economici)?

La classifica che viene fuori dallo studio dovrebbe essere dunque vista come lo specchio dell’esistenza di ampi margini di miglioramento nel settore. Un modo per evidenziare la necessità di avviare pratiche comuni di condivisione di strategie, misure da adottare e buone pratiche da esportare. Una spinta ulteriore verso l’effettiva scoperta di quella che viene sempre più percepita come la risorsa più sottovalutata nel ciclo produttivo globale.

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